Web, nasce tecnologia per controllo pedofilia

Web, nasce in Italia tecnologia per controllo pedofilia online


Un'azienda italiana sta lanciando sul mercato una nuova tecnologia che permetterà ai gestori dei social network di monitorare i comportamenti degli utenti, in modo da individuare tempestivamente le minacce derivanti dai pedofili che utilizzano il Web per adescare minorenni.


Lo riferisce Intelligence Focus, azienda specializzata in sistemi di controllo delle reti aziendali.


L'azienda di Torino ha messo a punto Community Watchdog, una tecnologia capace di interpretare e classificare in tempo reale il comportamento degli utenti che frequentano i cosiddetti social network, ossia i siti Web che permettono di condividere foto, video e informazioni personali con gli altri utenti della Rete.


Impostando una serie di criteri di analisi che possono essere "tarati" a seconda delle esigenze, delle normative nazionali e delle regole interne dei siti, i gestori delle community potranno venire a conoscenza in tempo reale di eventuali comportamenti pericolosi dei loro utenti, come lo scambio di numeri telefonici, orari scolastici e indirizzi da parte di minori.


"Community Watchdog ... permette di salvaguardare le comunità virtuali da contenuti devianti, fermare attività criminali e pedopornografiche in corso e raccogliere prove per le forze di polizia", dice Maurizio Attisani, amministratore delegato di Intelligence Focus.


Grazie all'analisi in tempo reale - spiega l'azienda - i siti che utilizzeranno la tecnologia non avranno bisogno di immagazzinare i dati, che verranno immediatamente cancellati se considerati "innocui", garantendo la privacy dei milioni di utenti che ogni giorno utilizzano le comunità online.


La tecnologia - attualmente in fase di test presso alcuni social network negli Stati Uniti - è capace di "ricordare" i dati filtrati nel tempo e riesce dunque ad aggiornare i suoi parametri per migliorare l'efficacia della sua azione, spiega l'azienda.


I casi di bambini adescati tramite la Rete stanno crescendo in tutto il mondo, e la diffusione delle chat e dei social network sta spingendo le autorità e i gestori dei siti a trovare nuove soluzioni per avere un maggiore controllo di un fenomeno che appare inarrestabile.


Lo scorso 16 aprile la polizia della Comunicazioni italiana ha pubblicato una ricerca secondo cui l'11% dei bambini che frequentano le chat online hanno avuto un contatto diretto con un pedofilo tramite la Rete, e a metà giugno la polizia britannica ha sgominato un giro internazionale di pedofilia via internet che vantava 700 membri di 35 paesi diversi.


Il controllo della Rete si scontra spesso con problemi legati al rispetto della privacy: per questo, lo scorso quattro luglio, il popolare social network MySpace ha richiesto ad una corte Usa un vademecum legislativo per poter consegnare alle autorità l'elenco delle persone pregiudicate per molestie sessuali iscritte al servizio senza violare le norme sulla protezione dei dati personali.



ROMA (Reuters) - di Alessandro Corda - 26.07.07 - it.notizie.yahoo.com

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