Buona la legge, ora fatela rispettare

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge sulla sicurezza stradale che inasprisce controlli e misure contro chi guida in stato di ebbrezza, da alcol o droga. In particolare, la legge prevede l’arresto fino a sei mesi di chiunque venga sorpreso a guidare un mezzo dopo aver bevuto alcolici o assunto sostanze che ottenebrano la lucidità.

Presentando il testo del provvedimento, il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi ha precisato che le nuove norme entreranno in vigore subito e che quindi saranno applicate già in questo primo week end di agosto. Il decreto introduce anche nuove e più severe norme contro la guida senza patente (multe fin o a 9 mila euro) e ridefinisce le modalità di guida per i neopatentati. Sono state aggiornate inoltre le penalità per chi guida a velocità eccessiva o usa il telefono in auto.

Per quanto riguarda l’uso di alcol, le nuove norme prevedono tre livelli di sanzione: chi viene trovato con una quantità nel sangue tra 0,5 e 0,8 grammi per litro verrà punito con una multa tra i 500 e i 2000 euro, con l’arresto fino a un mese e la sospensione della patente tra tre e sei mesi. Chi verrà trovato con quantità tra 0,8 e 1,5 rischierà tra 800 e 3200 euro, l’arresto fino a tre mesi e la sospensione della patente tra sei mesi e un anno. Per il livello superiore a 1,5 grammi sono previste multe fino a 6 mila euro, l’arresto fino a sei mesi e la sospensione della patente tra uno e due anni. Se chi guida in stato di ebbrezza causa un incidente, le pene vengono automaticamente raddoppiate.

Va detto che seppure alcuni ministri, tra cui quello alla Solidarietà sociale Ferrero, avrebbero voluto misure ancora più drastiche, l’inasprimento delle pene deciso ieri potrebbe produrre qualche risultato, purché le norme vengano fatte rispettare da un numero adeguato di componenti delle forze dell’ordine in modo che si interrompa la terribile spirale di morti e feriti che funestano ogni sabato sera e ogni week end sulle strade italiane. Speriamo anche che, almeno stavolta, non voglia levarsi la voce di qualche ayatollah del liberismo selvaggio a sostenere che le regole più severe sono una limitazione della libertà dei cittadini. La licenza di uccidere non può essere una libertà.


04/08/07 - ilriformista.it

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