Inchiesta anoressia, scatta il blitz

Inchiesta anoressia, scatta il blitz. Sigilli e sequestri della finanza


Il «pericolo», per dirla con i magistrati, era che altre ragazze potessero essere curate con la «shopping-terapia». Essere strappate all'anoressia con sedute di «massaggio pubico». Essere guarite dalla bulimia per merito della «vestoterapia».
«Pratiche dai nomi eloquenti», scrive il giudice Vittorio Anghileri, nel motivare quei sigilli con cui la finanza ieri mattina ha messo il bavaglio al verbo del "professore" di Massagno: Waldo Bernasconi.
Dopo anni di polemiche e mesi di inchiesta il «rivoluzionario» protocollo per la cura dei disturbi alimentari viene oscurato.
Cancellato dai siti internet (proprio in queste ore i provider sia italiani che svizzeri stanno provvedendo a modificare le pagine con un eloquente «sito sottoposto a sequestro»).
'Scacciato' dalle stanze di Cascina Respaù, sulla strada per il Baradello.
'Sfrattato' dallo studio di corso Italia 28 a Campione d'Italia, dove l'ideatore della galassia Crisalide riceveva alcune pazienti. Su cancelli, porte e finestre che un tempo si aprivano sul mondo neoreichiano creato e voluto da Waldo Bernasconi, da ieri ci sono i fili di ferro piombati dalla compagnia di Como della guardia di finanza. Sequestrato anche il conto corrente della Ipics srl, la società a cui dovevano essere pagate le rette per la Casadap di Como, ovvero la cascina sulle pendici del Baradello. E, quando sarà individuato, stessa sorte toccherà al conto in banca del Forum Crisalide.
Le fiamme gialle si presentano nei luoghi dei sequestri di buon mattino. Alle nove, le auto con tanto di lampeggianti sono già inerpicate lungo la mulattiera di sassi che conduce a Respaù. Alla stessa ora ecco comparire i militari a Campione d'Italia.
E, contemporaneamente, finanzieri con tanto di ventiquattrore varcano la soglia di una banca in centro città per congelare il conto corrente della Ipics. Un piccolo terremoto che va a colpire un terreno già disastrato dai colpi assestati dalla magistratura.
A richiedere i sequestri di siti, strutture di ricovero, della sede del Forum Crisalide (che fino a qualche mese fa era in viale Masia e ultimamente si era trasferita nella cascina sul Baradello), dello studio del «professore» e dei conti correnti è stato il sostituto procuratore lariano Mariano Fadda.
Secondo il magistrato sarebbe «fondato il pericolo» che altre giovani possano contattare il numero 's.o.s. anoressia' andando così a ingrossare l'esercito delle circa 500 pazienti passata da sanaVita prima e da Respaù poi.
Ragazze (e famiglie) che, stando alla tesi della Procura, sarebbero state truffate, piuttosto che curate.
Ieri mattina, a seguire passo passo le operazioni di sequestro, anche il legale di Waldo Bernasconi. L'avvocato Angelo Giuliano si è limitato a commentare che «il suo assistito si dichiara totalmente estraneo ai reati contestati e assolutamente tranquillo di poter dimostrare la sua innocenza».
Nel frattempo si ingrossa l'elenco delle persone indagate per questa inchiesta. In tutto dieci persone. Oltre ai nomi già noti, il pm contesta il reato di associazione a delinquere e truffa anche alla bulgara Borislava Kostova, ex collaboratrice di sanaVita, della direttrice sanitaria della struttura di Breganzona, Bona Carlevaro, e della legale rappresentante della stessa casa di cura, Renza Dedea. Quest'ultima è un nome noto oltreconfine: esponente di spicco della lega dei ticinesi di Bignasca, è assessore al Comune di Locarno.
L'indagine comunque non si ferma. Lo stesso non si può dire del verbo del «professore». Da ieri oscurato per decisione della magistratura.


04/08/07 - corrieredicomo.it

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