Si chiedono pene più severe per i colpevoli

Stranieri coinvolti nel 25 per cento dei casi


di DAIANA PAOLI AVREBBE compiuto tre mesi giovedì la piccola Annalisa, morta l’altra sera a Castelvolturno, in provincia di Caserta, in un incidente provocato dall’ennesimo incosciente alla guida. Incosciente perchè ubriaco. Incosciente perchè drogato. Incosciente perché per colpa sua Annalisa non imparerà a sorridere, a parlare, a camminare. I genitori, ricoverati assieme alle altre due figlie sopravvissute all’incidente, le cui condizioni sono in miglioramento, non sanno ancora della sua morte. Alla mamma che ha chiesto di allattarla, i familiari hanno dovuto mentire: «È in un altro ospedale a Napoli», le hanno detto, perché è ancora troppo presto per sottoporla allo shock. A spegnere la vita della neonata, un liberiano di 31 anni, Roy Jacobson, piantonato nell’ospedale di Aversa in stato di fermo, con precedenti per detenzione di droga, fermato già tre volte dalle forze dell’ordine. Secondo l’Asaps, l’Associazione sostenitori amici della polizia stradale, «gli stranieri coinvolti in incidenti gravi o mortali sfiorano il 25% del numero complessivo, con punte di maggior intensità in regioni del nord ad alta intensità di immigrati come il Veneto, l’Emilia-Romagna e la Lombardia». Padre Antonio Rungi, teologo morale, dopo l’ennesima tradedia, ha lanciato un appello affinché la statale 7, conosciuta come la Domiziana, non sia più «un cimitero per bambini»: «Da 30 anni si attende la variante Anas che bypassi Mondragone e che colleghi il tratto da Castelvolturno al Ponte del Garigliano e finora non si è fatto nulla», ha detto. Trentadue le vittime dello scorso week-end: 12 avevano meno di 30 anni. Gli incidenti sono stati 1.149, con 947 feriti. E, anche se Polstrada e i Carabinieri hanno impegnato nei servizi di vigilanza 35.919 pattuglie, si continua a guidare senza prudenza. Dalla Campania al Veneto. Tragedia sfiorata l’altra sera: una bellunese di 20 anni, sotto l’effetto di stupefacenti, nel tratto tra Dolo e Mestre della A4 è andata a sbattere in più punti contro il guard-rail riprendendo ogni volta la strada. Una pattuglia fortunatamente l’ha fermata in tempo. E ieri in tarda serata a Roma un automobilista in stato di ebrezza è stato bloccato sulla Palmiro Togliatti dopo aver provocato un incidente con un ferito e aver cercato di allontanarsi senza prestargli soccorso. Ogni anno sulle strade sono 700 le vittime degli ubriachi al volante. E le pene stabilite dal Governo non frenano le continue tragedie. Ammende fino a 6.000 euro con arresto fino a sei mesi, sospensione della patente fino a due anni per un tasso di alcol superiore a 1,5 g/l e pene raddoppiate quando il guidatore in stato di ebbrezza provoca un incidente non bastano. Si chiedono ora pene più severe. È soprattutto l’Aifvs (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) a protestare per le «scarcerazioni facili», come quella dell’ubriaco assassino di Pinerolo: la presidente, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, ha dichiarato che «gli ubriachi criminali devono essere puniti con il carcere e non godere di benefici e sconti di pena che agli occhi dell’opinione pubblica appaiono insensati». «L’elevata mortalità giovanile per incidente stradale», ha detto ieri il ministro della Salute Livia Turco, dando il via alla campagna nazionale contro l’abuso di alcol tra i giovani, «si stima correlata ad abuso di alcolici per più del 40 per cento dei casi e rappresenta la causa di quasi la metà delle morti di giovani tra i 15 e i 24 anni». Assieme alla velocità eccessiva, che l’altra sera sulla statale di Feltre ha ucciso due fratelli di 18 e 19 anni di Valdobbiadene e un 43enne di Feltre.


14/08/07 - iltempo.it

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