Alcol e droga, altre tre vittime della strada

Le tragedie in Abruzzo, Emilia e Lazio. In un caso l'investitrice col foglio rosa e un tasso sei volte superiore


roma - La "follia", come l'ha definita il premier Prodi, continua. A poche ore dalla tragedia nel Napoletano, nella quale ha perso la vita un neonato, e dopo l'incidente mortale alle porte di Firenze, l'abuso di alcol e droga hanno ieri provocato altre tre vittime della strada in Abruzzo, Emilia e Lazio. Sull'asfalto sono rimasti una giovane donna di 27 anni, un ciclista di 50 e un uomo di 59 anni.
E mentre i medici legali parlano di «strage annunciata», a Perugia è già stato scarcerato il giovane che venerdì, ubriaco al volante, aveva investito e ucciso un anziano.Era domenica sera e Lorena Mucci, 27 anni di Pescara, stava attraversando la strada in una zona interdetta al traffico di Francavilla al Mare (Chieti), quando una Punto ha travolto le transenne che delimitavano l'area e le è piombata addosso. L'investitrice, Alevtina Tchoumak, russa di 34 anni, è stata arrestata per omicidio colposo, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Oltre a non avere ancora la patente, ma solo il foglio rosa, aveva un tasso alcolico sei volte superiore al consentito. Lorena Mucci è morta nella notte in ospedale.

Nelle stesse ore perdeva la vita anche Walter Corghi, 50 anni di Rubiera (Reggio Emilia). In sella alla sua bicicletta è stato urtato da un autocarro Iveco, guidato da un settantenne di Bologna che gli era arrivato alla spalle, che lo ha sbalzato a terra. Il conducente del mezzo, risultato positivo all'etilometro, è stato denunciato per guida in stato di ebbrezza e omicidio colposo e gli è stata ritirata la patente.
Infine un ragazzo di 18 anni, di Sonnino, nei pressi di Latina, ha causato un incidente mortale mettendosi alla guida sotto effetto della cocaina. Sabato mattina era al volante di una Polo sulla via Appia quando, tra Pontinia e Terracina, ha invaso la corsia opposta andando contro una Peugeot 107, guidata da Fausto Troili, 59 anni, di Anzio, con a bordo anche la moglie, Nunzia Coppola di 58 anni.
L'uomo è morto domenica notte all'ospedale San Camillo di Roma; la moglie è ricoverata a Latina. Il diciottenne, anche lui ricoverato, è stato denunciato dalla polizia: aveva un'alta concentrazione di cocaina nel sangue.

Una strage silenziosa quella provocata da ubriachi e drogati al volante, che secondo i medici legali è «una strage annunciata».
«Purtroppo, eravamo stati facili profeti - ha dichiarato Nicola Fracasso, segretario nazionale del Sismla, il sindacato italiano specialisti di medicina legale e delle assicurazioni - una legge, da sola, non basta a fronteggiare l'emergenza incidenti sulle nostre strade. Quella a cui stiamo assistendo è una strage annunciata. Non sappiamo più a chi rivolgerci. Abbiamo pregato il governo di ascoltarci, convocando un tavolo in cui tutti i soggetti interessati concordino misure per arginare le stragi causate da ubriachi e drogati al volante, ma continuiamo a non ricevere risposte. E intanto decine di innocenti continuano a morire, falciati da bolidi lanciati come missili da conducenti alticci o sotto l'effetto di stupefacenti».
In attesa di avere una risposta, «ci auguriamo - ha concluso il segretario del Sismla - che quantomeno nella Finanziaria siano previste risorse tali da garantire davvero i controlli e campagne informative».
Intanto ieri è stato scarcerato il romeno di 33 anni che venerdì aveva investito ed ucciso a Montefalco (Perugia) un uomo di 72 anni mentre guidava in stato di ebbrezza la sua Opel. La vittima stava tagliando le erbacce sul ciglio della strada quando gli era piombato addosso. Arrestato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza, il gip ha convalidato il fermo, ma ha disposto la scarcerazione. Ed è di questi giorni anche il caso denunciato da un avvocato di Napoli: ad agosto, nel Veronese, a perdere la vita furono due giovani, travolti da una donna che guidava ubriaca e sotto gli effetti di stupefacenti. Accusata di duplice omicidio e omissione di soccorso, «riebbe la patente, da un giudice di pace, dopo venti giorni».


Monica Viviani - 15.10.07 - liberta.it

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