E' strage, ma il governo litiga

Il ministro della Salute accusa: "Non mancano le buone leggi, ma pattuglie a vigilare sui giovani". Amato ribatte: "Non è vero: boom di verifiche, arriveremo a un milione". Mastella: "Pene più severe? No a una società dove a tutti i costi si va in galera"


ROMA, 16 ottobre 2007 - TENSIONE TRA il Viminale e il ministero della Salute. Giuliano Amato non ci sta a prendersi le accuse della collega Livia Turco sulla mancata prevenzione delle stragi stradali. Il ministro della Salute ritiene infatti che «manchino i controlli, non certo le buone leggi». E il ministro dell’Interno risponde sciorinando i dati che dicono il contrario, mentre il responsabile della Giustizia, Clemente Mastella, avverte: «Non sono d’accordo con la galera per tutti».

OPINIONE CHE cozza fortemente con quella del suo capogruppo alla Camera, Mauro Fabris (Udeur), che per guidatori ubriachi o drogati invoca un giro di vite che sia proprio stretto. C’è confusione e sbandamento dinanzi alle cronache che raccontano di episodi moltiplicati, di killer insospettabili che si piazzano al volante nonostante le bevute o i tiri di coca.

MA NON BASTA parlare, come ha fatto la Turco, di controlli insufficienti (mentre di contro le leggi sono «buone») perché il Viminale fa sapere immediatamente che dal primo gennaio al 30 settembre di quest’anno sono stati 487.723 i conducenti sottoposti a test con l’etilometro (più di 200mila soltanto negli ultimi due mesi). La nota del ministero dell’Interno parla addirittura di «boom di controlli» rispetto all’anno precedente quando, nello stesso periodo, erano stati circa 180.000.

«SI È BEN OLTRE la quota di un milione di controlli all’anno che era l’obiettivo annunciato dal governo», precisa il Viminale. Ma restano i morti sulle strade e qui Mastella ipotizza misure più severe per chi provoca incidenti guidando in stato di ebbrezza.

ANCHE SE il Guardasigilli mette le mani avanti: «Non possiamo legittimare il fatto che tutti quelli che investono qualcuno alla fine devono essere arrestati. Io non vorrei una società dove tutti vengono arrestati, cioè l’idea di arrestare a tutti i costi».
Il collega di partito Mauro Fabris va oltre, ipotizzando una modifica del codice penale: «Per contrastare gli incidenti causati da ubriachi e drogati — spiega — serve introdurre una nuova fattispecie di reato: il dolo eventuale». Mentre Antonio Borghesi dell’Italia dei valori progetta una chiusura totale e indiscriminata dei locali da ballo per un mese, al fine di verificarne le conseguenze sulla sicurezza. Attacchi alla «linea morbida» anche da parte di Antonio Martuscello di Forza Italia e di Maria Burani Procaccini dello stesso schieramento: «La prima riforma da compiere è quella di prevedere l’omicidio preterintenzionale per chi uccide impunemente e se la cava con condanne a pochi mesi», ha dichiarato la parlamentare azzurra.

MA CI SONO anche gli interrogativi pressanti, sulle risorse destinate al capitolo della prevenzione stradale. Così sia i Verdi che Maurizio Gasparri di An sollecitano lo stanziamento di appositi fondi in finanziaria.
Controlli su strada per la prevenzione e uomini al lavoro. I sindacati Cgil, Cisl e Uil attaccano il governo: 25mila poliziotti negli uffici e non nelle strade. Non è stato dato seguito ad un accordo, secondo i sindacati, che prevedeva il trasferimento di personale civile negli uffici per ‘liberare’ gli uomini in divisa.

SU QUESTO PUNTO, sottolineano le sigle sindacali, c’era stato l’impegno del ministro dell’Interno, Giuliano Amato. «Neanche nella finanziaria sono stati previsti quei minimi interventi, peraltro a costo zero, immediatamente operativi» accusano i sindacati che imputano al governo di fare solo «carte e chiacchiere».


s.m. - 16/10/07 - qn.quotidiano.net

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