Le cose che non cambiano

In perfetta concomitanza con l'apertura di un congresso che, per il momento, scorre sui soliti rigidi binari della politica ufficiale cinese, arriva la notizia del veto cinese all'incontro del Dalai Lama con Bush.


Le ragioni sono le solite: la visita sarebbe un'indebita interferenza negli affari interni della Repubblica Popolare. Il veto, invece, non è un'indebita interferenza negli affari "esteri" statunitensi... (!).


La questione tibetana è, se possibile, ancora più inaccettabile di quella birmana, perchè la Cina ha semplicemente invaso il Tibet, accampando inesistenti giustificazioni di integrità territoriale, e lo occupa militarmente con il pugno di ferro da più di 50 anni.


A Dharamsala ho raccolto le testimonianze dolorose di alcuni esuli tibetani: le notizie frammentarie che arrivano dal paese compongono un quadro spaventoso di eradicazione linguistica e culturale. I bambini a scuola studiano cinese. Lhasa è un bordello a cielo aperto, i cinesi arrivano a migliaia e occupano tutti i posti di lavoro, i giovani tibetani vegetano e si danno all'alcolismo, i monaci sono perseguitati e controllati, ogni voce di dissenso messa a tacere con la repressione.


Ed è un altro motivo per boicottare ufficialmente, e uniti, le Olimpiadi, approfittando di una leva così potente.


Intanto vi segnalo il sito di una ONG che sul Tibet sta facendo un lavoro molto serio: www.sostibet.org


16.10.07 - cindia.blogosfere.it

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