Rischio alcol anche tra i più giovani

Una strada pericolosa, stretta, scomoda. Una strada in cui l'attenzione non può mai venir meno. Una strada che, tuttavia, attraversa paesi dove il rischio di cadere vittime dell'alcol è elevato, anche tra i più giovani. Fatto questo che rende ulteriormente insidioso il tracciato della Regina.

Una indagine effettuata dalla Caritas nei mesi scorsi ha infatti segnalato l'alta diffusione dell'abuso di alcol tra i giovani del lago, compresi i giovanissimi, addirittura a partire dalle scuole medie. Il ritratto è stato tracciato grazie a decine di colloqui informali, chiacchierate amichevoli e incontri nei tradizionali luoghi di ritrovo dei ragazzi 'laghèe' effettuati proprio per conto della Caritas. Interviste che hanno permesso di tracciare un quadro abbastanza dettagliato della gioventù che vive lungo le sponde del Lario, tra persone che amano la propria terra nonostante l'isolamento che solo quella tanto vituperata arteria - la Regina appunto - riesce tra mille difficoltà a rompere. Già, perché probabilmente, con una strada più facilmente (e velocemente) percorribile, le abitudini di chi quotidianamente vive il lago potrebbero essere molto diverse.
Invece il quadro che emerge racconta di ragazzi che non si spostano dal paese, che preferiscono il guadagno immediato a lunghi anni di studio e che, come detto, si lasciano prendere forse con troppa facilità - nonostante il problema sia serio e in espansione anche in città - dal vizio della bottiglia.

Il resoconto della Caritas parla poi del rischio di un'eccessiva chiusura, di una staticità che ha lati positivi - l'amore per la propria terra appunto - ma anche il pericolo di soffocare aspirazioni e orizzonti. Dopo la scuola dell'obbligo, così, la maggior parte dei giovani del lago sceglie gli istituti professionali, se non addirittura direttamente la strada che porta al lavoro in officine, fabbriche e cantieri magari nella vicina Svizzera. Fortunatamente però in questi anni sono in aumento i ragazzi che scelgono di continuare la carriera scolastica, anche se questa è una via resa molto costosa proprio dalle difficoltà logistiche che una Regina in migliori condizioni potrebbe in parte semplificare.

La conclusione della Caritas è che in un ambiente tanto chiuso e lontano dalla grande città diventa inevitabile rifugiarsi nei soliti amici e nei soliti locali abbattendo la noia con il bicchiere d'alcol. Un fenomeno che, come detto, non riguarda solo il lago, ma che qui è vissuto come un trend diffuso da anni, quindi quasi normale e che non desta preoccupazione. Nonostante fuori dai locali poi ci sia quella strada che non perdona.


INDAGINE CARITAS - 19/10/07 - corrieredicomo.it

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