L’identikit dei consumatori italiani

Winenews: Ecco l’identikit dei consumatori italiani


Roma, 26 ott (Velino) - Tracciare un identikit dei consumatori italiani partendo da cosa versano nei loro bicchieri: lo ha fatto www.winenews.it, sito di riferimento degli enoappassionati sul web, che ha disegnato una mappa ragionata per districarsi nel complesso mondo dei bevitori nostrani. Amanti del vino, ma non solo: c’è chi predilige la birra, chi non disdegna gli amari, chi ingurgita superalcolici e chi invece da sempre beve solo acqua. Ecco otto ritratti di consumatori-tipo, tra il serio e il faceto, di cui si parlerà in questi giorni nel Salone del Vino di Torino (26/29 ottobre). Emerge che il 45 per cento degli italiani (al di sopra degli undici anni) non ha mai bevuto alcol. Si tratta di una categoria trasversale, che comprende sia giovani sia adulti, accomunati da un amore viscerale per l’acqua, o comunque per tutte le bevande non alcoliche. Via libera quindi all’aranciata, alla Coca-Cola e ai succhi di frutta, senza dimenticare the, infusi e tisane. Passando ai consumatori di vino, che secondo uno studio dell’Istituto superiore di sanità ammontano a circa 29 milioni (pari al 55 per cento della popolazione al di sopra degli undici anni - di cui 17,4 milioni sono maschi e 11,6 milioni sono femmine) è possibile distinguere, secondo Winenews, differenti tipologie. A cominciare dal cosiddetto fiaschista over 50 anni di cultura medio-bassa, che il vino l’ha sempre bevuto, ben prima che andasse così tanto di moda, e continua a berlo indifferente a quello che gli succede intorno. Lo considera prima di tutto un alimento e lo beve a pranzo e cena, regolarmente e in discrete quantità. “Per lui (o lei) il vino è solo di due tipi, rosso e bianco, e lo acquista di solito al supermercato, in bottiglioni o in tetrapak. Oppure, quando capita, si rivolge ad un piccolo produttore di fiducia (o nei sempre più numerosi esercizi che vendono vino sfuso) per comprare un’intera damigiana, da imbottigliare a casa la domenica pomeriggio”. Dello stesso target è colui che non disdegna amari a fine pasto, privilegiando le marche più conosciute e commerciali.

Se è vero che in questa categoria la percentuale di bevitori responsabili è altissima, nelle età giovanili l’approccio all’alcol, più ancora che al vino, fa incrementare il rischio. Ecco allora che negli ultimi anni si è tristemente fatta conoscere la Generazione alcolpops, formata da ragazzi e ragazze dediti al cosiddetto “ binge drinking”, ovvero la sbornia ad ogni costo. La percentuale dei consumatori tra i maschi nella fascia compresa tra 14 e 16 anni è passata dal 46,2 per cento del ‘98 al 51,6 per cento nel 2001; quella delle femmine dal 35,7 per cento al 41,6 per cento. Le preferenze vanno a birra, superalcolici e ai cosiddetti “alcolpops”, ovvero bevande gassate con aggiunta di alcol, particolarmente accattivanti per i giovani. C’è poi per fortuna il Consumatore consapevole, che compra le bottiglie al supermercato, si affida al marchio conosciuto, senza ovviamente spendere un capitale. Compra il vino e la birra come compra la pasta o i biscotti, cercando un buon rapporto qualità/prezzo. Un target composto da massaie, giovani single, padri di famiglia che fanno la spesa al sabato e cercano uno sfizio da stappare senza spendere troppo, per curiosità. Saranno proprio loro i primi a provare i nuovi vini australiani, cileni e californiani in arrivo sui nostri scaffali, curiosità enologiche che fanno viaggiare la fantasia per soli cinque euro alla bottiglia.

Un gradino sopra è il Principiante che si è avvicinato da poco con interesse al mondo del vino, “e si muove con il fare circospetto di chi vorrebbe far parte di un club esclusivo, ma non sa bene da dove cominciare”. Intanto frequenta un corso di degustazione, e cerca di capire su quali etichette investire per costruirsi una piccola cantina. Si finge esperto con chi ne sa meno di lui (dà il meglio al ristorante, quando è incaricato dagli amici di scegliere dalla carta dei vini), ma ammutolisce di fronte ai più introdotti sull’argomento. Le sue letture? Tutta la pletora di riviste e rivistine che sull’onda del crescente interesse per l’enologia sono spuntate come funghi negli ultimi anni, infarcite di banalità e destinate appunto ad una platea di principianti. Compra le bottiglie nei supermercati più forniti e inizia con timore a frequentare le enoteche. Secondo Winenews c’è poi la categoria del Fighetto. “Se tutti dicono che il vino è trendy bisogna darsi da fare per diventare un esperto. Questo il motto del consumatore di vino modaiolo, che ama essere sempre sulla cresta dell’onda”. Esperto nel vendere al meglio una cultura assolutamente superficiale sull’argomento, sparando poche ma esplosive nozioni, l’eno-appassionato trendy si butta sui gadget ad effetto (dai bicchieri professionali di misura extra-large al decanter di cristallo, passando per il cavatappi di ultima generazione), allo scopo di impressionare amici e conoscenti. Investe un patrimonio per bottiglie griffate e osannate dalle guide, che normalmente stappa con disinvoltura per accompagnare cibi altrettanto cool durante cene raffinate. “Quando domani il vino passerà di moda, regalerà tutto l’armamentario enologico e si concentrerà senza rimpianti sul nuovo trend”.

Ecco poi il Professorino: conosce a memoria le votazioni delle più importanti guide del vino, enumerando con sicurezza bicchieri e grappoli assegnati dai critici anno dopo anno. È abbonato a riviste patinate e blasonate (dal Gambero Rosso al Wine Spectator), va in estasi alla vista di etichette e produttori famosi, si riempie la bocca di nomi altisonanti, ma adora interpretare anche il ruolo di scopritore di nuovi e piccoli tesori enologici, che si degna di raccomandare ad amici meno esperti. Frequenta i blog dedicati al vino, invischiandosi in discussioni tecnicissime quanto inutili. Compra il vino in enoteche di comprovata fiducia, alle aste o direttamente dal produttore, dal quale arriva dopo essersi lungamente documentato, tanto da saperne quasi più lui di chi le bottiglie le produce. Accresce la sua cultura con libri, corsi di alto livello, degustazioni esclusive, per le quali spende molto, ma le vere cifre folli sono riservate all’acquisto di grandi bottiglie, che divide con pochi e fidati amici, tutti pazzi del vino come lui, in degustazioni “carbonare”. Non dimentichiamo infine chi invece predilige la birra. Il Trappista è un amante della bionda, alla quale riserva lo stesso interesse e curiosità dell’enoappassionato per il vino. Età variabile dai 25 ai 45 anni, chi ama la birra privilegia prodotti artigianali, sia italiani che esteri, si dedica a degustazioni guidate, sperimenta abbinamenti insoliti con il cibo. In Italia il consumo di birra negli ultimi anni è in ascesa, soprattutto per quanto riguarda le bottiglie di qualità.

(red/esp) - 26/10/07 - ilvelino.it

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