Mutilata per stupro in casa

Mutilata per stupro in casa Il giudice accusa i vicini


Sette anni di carcere per una violenza brutale, andata avanti per ore, tra le grida di dolore della vittima e il volume dello stereo al massimo, per coprire proprio quelle grida. Con i vicini di casa che aspettavano due ore per chiamare i carabinieri e un´ambulanza che portasse in salvo quella ragazza. Forse, è il dubbio che si legge nella sentenza del gup Guido Salvini, se quei vicini avessero avuto un «comportamento più attivo e solidale» verso quella donna che «pur sconosciuta, si trovava all´evidenza in grave pericolo», le conseguenze per lei sarebbero state meno gravi.
È una storia di degrado e di alcol, quella che ha come vittima una ventenne romena, arrivata in Italia con la sua famiglia, finita a guardare in faccia l´orrore nelle sembianze di un suo amico, un coetaneo arrivato anche lui dalla Romania. Vasile Coman, vent´anni fra poco, vive - viveva, visto che ora è a San Vittore - con la madre e il convivente italiano di quest´ultima a Corsico. Il pomeriggio del 3 maggio scorso aveva invitato la sua amica - non erano fidanzati né avevano mai avuto una storia - a fare una passeggiata e poi a mangiare qualcosa a casa sua. Per lui, anche molto vino e molta grappa. La descrizione che la ragazza fa ai medici e ai carabinieri di quel che succede dopo il pranzo, «quando Vasile è diventato serio e mi ha spinto con forza contro il muro», è da galleria degli orrori: oltre due ore di brutalità, che i medici vedranno nelle lacerazioni evidenti ai genitali, nelle ecchimosi su tutto il corpo.
Una vicina di casa racconterà di aver sentito la musica e le urla, di aver pensato di chiamare i carabinieri preferendo poi rivolgersi alla padrona di casa, di essere uscita per rientrare dopo mezz´ora, trovando - solo allora - anche gli altri vicini preoccupati, che bussavano inutilmente alla porta del Coman. «Solo dopo le ore 19, quando ancora e nuovamente si sentivano le urla, i vicini di casa, dopo aver molto tergiversato, avevano finalmente chiamato l´ambulanza e i carabinieri», scrive il giudice Salvini. Ai soccorritori si presenta una scena raccapricciante. Vasile ubriaco sul divano, con i vestiti e le braccia sporche di sangue. La ragazza per terra, ormai semi incosciente, in una pozza di sangue. I medici la operano subito per asportare i tessuti interni ormai a brandelli, salvandole la vita, anche se gli organi riproduttivi hanno un «indebolimento permanente», come scrive il giudice. La condanna a sette anni, emessa ieri, è integrata da un risarcimento di 100mila euro, «somma che probabilmente rimarrà solo simbolica».


Oriana Liso - 17/10/07 - espresso.repubblica.it

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