Ubriachi alla guida: giovani e single

UBRIACHI ALLA GUIDA, IDENTIKIT KILLER: E' GIOVANE SINGLE


dell'inviata Angela Abbrescia

SORRENTO (NAPOLI) - Beve poche volte al mese ma quando lo fa non si pone limiti, e spesso aggiunge droga a droga, associando all'alcol una sostanza stupefacente, quasi sempre cocaina: è questo il profilo di chi spesso provoca incidenti sulle nostre strade. E che magari ha anche altri comportamenti a rischio, come ad esempio avere rapporti sessuali occasionali senza proteggersi. L'identikit del nuovo consumatore del terzo millennio scaturisce da uno studio, durato dieci anni, e realizzato dai Servizi alcologici dell'area milanese su 2.000 pazienti; la più grande indagine di questo tipo mai realizzata in Italia, presentata al Congresso di Federserd in corso a Sorrento. Una tipologia, quella di chi abusa di alcol, ben diversa da quella dell'alcolista, che invece beve tutti i giorni ed è un vero e proprio dipendente, e che difficilmente provoca incidenti stradali, perché non guida più da tempo o non ha più l'auto. Ma questi abusatori, trentenni, prevalentemente maschi, diplomati e single, rischiano a lungo andare di entrare anch' essi nel girone infernale della dipendenza. Il loro numero comunque, come rileva lo studio curato da Biagio Sanfilippo e Alfio Lucchini, è in aumento.

Proprio la durata dell'indagine, che ha avuto tre fasi (dal 1995 al 1998, dal 1999 al 2001 e dal 2002 al 2006) ha permesso di capire come si è evoluto il fenomeno: gli abusatori in 10 anni sono raddoppiati, passando dal 20% al 40% sul totale dei pazienti dei servizi alcologici in esame. Sono in genere persone organicamente sane, spesso vivono da soli: "non sono - ha precisato Sanfilippo - i famosi bamboccioni". Ma è in generale tutta la tipologia delle persone dedite all'alcol che è cambiata: se agli inizi della ricerca erano in genere 45enni inseriti in un contesto sociale valido, con una famiglia e un lavoro, oggi l'età media è scesa a 43 anni, uno su tre è un poliabusatore - cioé mischia alcol e droga - i single sono passati dal 16 al 22%, i diplomati dal 12 al 22%, e uno su due ha disturbi psichiatrici. "Se a bere è un cocainomane - spieha Sanfilippo - l'alcol in genere serve o per potenziare l'effetto della droga oppure per sedarne l'effetto eccitante; se invece la sostanza "primaria" è l'alcol, la droga serve per "tenersi sù". Quanto ai disturbi psichiatrici, per il 45% del campione prescindono dall'alcol ed erano presenti già prima, per il 10% sono una conseguenza dell'alcolismo. Tre alcolisti su quattro sono maschi, ma nelle femmine - avvertono i coordinatori dello studio - in genere la patologia si presenta in forma più grave: "le donne - rivela l'esperto - si controllano meno, ce ne sono che arrivano a bere l'acqua di colonia".


30/10/07 - ansa.it

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