La noia della provincia

Caro Beppe,

conosco Perugia e molte altre citta' di provincia del centro Italia. Sono noiose, terribilmente noiose. Uno straniero che arriva e vuole non solo studiare ma anche "pazziare" un po', si sente male, direi morituro. I grandi centri commerciali, lo struscio per la via principale, i pochi negozi di lusso del centro, i pochissimi bar per i giovani, le rarissime iniziative popolari, e' sempre la stessa triste storia nel piccolo mondo di provincia. Le difese d'ufficio mi fanno sorridere. L'Italia e' nella sua provincia un posto perfetto per ritirarsi o in pensione o per far crescere i propri bambini, ma in quanto a divertirsi, beh, lasciamo perdere. E allora vengono fuori le droghe, l'alcolismo, le corse in macchina, le tragedie. Inevitabile, direi. Cosa farei? Modesta proposta almeno per le province e' di dedicarsi ad organizzare piu' eventi per le strade delle citta', anche tipo fiere o sagre perche' no, e poi permettere l'apertura di piu' locali con una maggiore competizione e piu' divertimento. E' vero che il centro di Perugia e' carissimo e prestigioso, ma questo provoca anche l'impossibilita' di creare una vita notturna piu' intensa per le strade. Piu' permissivismo con gli orari e non maggiore proibizionismo, e' la strada da seguire, magari vietando i super alcolici dopo una certa ora ma comunque consentendo l'apertura di nuovi locali e cosi' permettendo lo sviluppo di creativita' nelle proposte al pubblico giovane. Basta con le caste anche nelle citta' di provincia.

Paolo Lucci , paololuccipl@libero.it - 24/11/07 - corriere.it

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