OMS: 388 mln morti entro 2015 per cattive abitudini

Parigi - Esperti internazionali hanno illustrato un programma sanitario generale in grado di salvare entro il 2015 almeno 36 milioni di persone da morte per malattie causate da stili di vita sbagliati. Senza uno sforzo concertato -sottolineano gli esperti- si calcola che circa 388 milioni di persone in tutto il pianeta -ma l'80 per cento nei Paesi poveri- moriranno nei prossimi dieci anni a causa di malattie non trasmettibili, ma che stanno assumendo proporzioni epidemiche.

Stando ai dati forniti dall'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms), diabete, malattie cardiovascolari e polomonari, cosi' come alcuni tipi di tumori determinano - sommati - il 44 per cento di decessi prematuri, vale a dire il doppio del numero causato da tutte le malattie infettive messe insieme. "Eppure la prevenzione di malattie invalidanti o mortali causate da patologie cronici non trasmettibili (Cncd) riceve scarsa attenzione", sottolineano gli esperti in una nota congiunta, pubblicata dalla rivista britannica 'Nature'.

Gran parte delle malattie considerate da questa iniziativa -sottolineano gli scienziati- potrebbero essere evitate semplicamente cambiando stili di vita e dando accesso a farmaci in circolazione. Sul banco degli imputati: il fumo, uno stile di vita sedentario e l'obesità. Gli esperti hanno anche osservato che nell'insorgenza di alcune patologie gioca un ruolo importante l'allungamento della vita media. Ritagliato sul modello del programma 'Grand Challenges in Global Health', che ha preso di mira malattie infettive ed e' stato portato avanti nel 2003 dalla Bill and Melinda Gates Foundation, il nuovo sforzo del programma "Grand Challenges" elenca 20 priorita' politiche e di ricerca per ridurre le morti da Cndc.

Eccone alcune: maggiore "priorita' politica" alle Cncd e promozione di stili di vita piu' salutari; rafforzamento di nome tese a scoraggiare il consumo di tabacco, alcol e cibi poco salutari; individuazione di codici per vigilare su comportamenti responsabili nell'industria alimentare, della ristorazione e delle bevande; studio di eventuali legami tra Cncd, poverta' e urbanizzazione; ridistribuzione delle risorse sanitarie sulla base della gravita' delle patologie; prevenzione. L'iniziativa ha il sostegno di Oxford Health Alliance, del britannico Medical Research Council, the Indian Council of Medical Research, della statunitense National Institutes of Health (NIH) e del canadese McLaughlin-Rotman Centre for Global Health.


22/11/07 - paginemediche.it

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