Allarme droga tra i giovanissimi

“Far riscoprire la noia, questa l’unica prevenzione possibile”


Che quello della droga rappresenti ancora un mercato più che florido è stato confermato anche dagli avvenimenti di cronaca degli ultimi giorni.
Ma ciò che colpisce ulteriormente è il fatto che gli spacciatori abbia dichiarino spesso che parte della “roba” è dedicata ai giovanissimi.
Un’abitudine, quella degli adolescenti, che si sta radicando sempre di più, nonostante i segnali di allarme lanciati dai sondaggi e dagli esperti del settore. Proprio qualche giorno fa, infatti, un rapporto stilato dalla Federserd (Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze) ha reso nota la pessima consuetudine di chi, avendo un’età compresa tra i 13 ed i 18 anni, ha scoperto il mix alcol – cocaina.

Un trend registrato a livello nazionale, dunque, ma ciò vale anche per i nostri ragazzi?
Lo abbiamo chiesto al dottor Dario Mazzagatti, psicologo che opera nella Lam (Lega antidroga messinese).
“Sicuramente l’età dei consumatori di droga si è notevolmente abbassata, così come posso confermare la consuetudine di ricorrere a dei mix. Occorre, però, fare delle precisazioni: oggi la poliassunzione è quasi funzionale al momento che ci si appresta a vivere. C’è una droga per rilassarsi, una per tirarsi su, una per essere euforici e così via...
Purtroppo, però, esistono delle sostanze cui nessuno fa caso: mi riferisco in particolare ai farmaci, la cui dipendenza è divenuta allarmante grazie alla facile reperibilità degli stessi, soprattutto negli armadietti di casa”.

- Ma scusi, in questo caso i genitori non si accorgono della mancanza dei medicinali?
“Non sempre; a volte l’assunzione è relativa a sostanze in gocce, oppure si tratta di medicinali che i genitori hanno usato per poco tempo per poi riporli. In questi casi è veramente difficile accorgersi della mancanza di qualche goccia o qualche compressa”.

- Parlavamo, dunque, di una poliassunzione. Perché i ragazzi di oggi sentono quest’esigenza? Non c’è più la paura di essere scoperti dai genitori?
“Ma quanto stanno a casa i giovani? Nessuna sostanza ha un effetto talmente prolungato da poter essere scoperto a distanza di ore! E mi permetto di affermare che il problema attuale è proprio questo. Oggi i nostri giovani sono chiamati a fare una vita troppo attiva, sono impegnati da mattina a sera, e quando non ce la fanno trovano il rimedio più giusto all’occasione. D’altra parte, l’uso della cocaina è stato, in qualche modo, sdoganato dalle vicende di Kate Moss e Lapo Elkann, personaggi mitizzati in seguito a scandali riferibili all’assunzione della sostanza. L’abbinamento dell’alcol avviene prevalentemente in discoteca, ma non per potenziarne gli effetti che, al contrario, vengono in tal modo leniti. Si sniffa, si beve e si sniffa nuovamente, perché l’alcol attenua l’euforia da cocaina. E’ un serpente che si morde la coda...
Un’ultima riflessione. Il fatto che non si possa più fare riferimento a profili specifici di consumatori è dettata dalla convinzione che la poliassunzione non induca dipendenza e dal fatto che alcuni tipi di droga, vedi l’eroina, “marchiano” troppo il soggetto che ne fa uso. L’eroinomane si riconosce facilmente dall’ematoma che si forma sul braccio e viene respinto dalla società in quanto utilizzatore di siringhe fonti di un possibile contagio di Aids. Ed i ragazzi oggi non vogliono rimanere emarginati, anzi, si drogano per socializzare meglio”.

- E’ possibile effettuare una efficace prevenzione?
“Sì, ma si deve partire sin dall’infanzia. Come? Facendo riscoprire ai nostri figli il “gusto” della noia! Non assilliamoli con gli impegni, facciamo piuttosto che imparino ad avere tempo per se stessi, per la loro introspezione, per il loro relax”.

Maria Cristina Rocchetti - 14/11/07 - tempostretto.it

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