La legge anti-alcol in disco?

I gestori: "Inutile e dannosa"


Nemmeno una lancia spezzata in favore della legge anti-alcol. Tutti contrari, perplessi e scontenti. È il quadro delle opinioni di gestori e deejays dei locali cittadini sulla legge che vieta la vendita di alcolici dopo le 2 di notte in discoteca.

Unanimità nel definirla "proibizionista, sbagliata e inutile". Per alcuni è "stigmatizzante". In un paio di casi addirittura "dannosa" e "anticostituzionale". A dirlo sono esperti musicali, presidenti di associazioni culturali, esercenti di alcuni tra i locali più noti ed amati in città.

Chi vuole beve
"Non affronta il problema": forse è la prima delle accuse. Gianluca Gozzi, responsabile dell'Associazione che gestisce Spazio 211, rintraccia tra le righe della legge la delega di una funzione educativa che manca in un provvedimento che suona invece "proibizionista". "Chi vuole potrà bere comunque", dice; mentre "una politica di reale prevenzione si concentrerebbe sul versante dell'educazione e della promozione di un consumo consapevole".

Lontana dalla realtà
Nei commenti aleggia il sospetto che i legislatori conoscano pochissimo il problema dell'alcolismo giovanile. Giorgio Valletta, dj e giornalista cofondatore di Situazione Xplosiva, ribadisce con sdegno il concetto: "Non mi spiego come possa essere proposta una legge del genere senza consultare chi vive e conosce le problematiche del mondo della notte. Sembra non si consideri che esistono posti di lavoro associati alla realtà dell'intrattenimento". Concorda Gozzi: "Questa legge conferma che i politici italiani vivono in una dimensione a sé, totalmente aliena alla realtà". Giancarlo Cara, mitico fondatore del circolo Arci omonimo dei Murazzi, è tra quelli che sottolineano la parzialità delle misure: "Ammesso che fosse giusta dovevano dare il tempo a chi ha investito i soldi in una cosiddetta discoteca di organizzarsi. E poi ci sono differenze tra luoghi in cui c'è musica dal vivo , quelli con i concerti e altri in cui si balla e basta".

Effetti… collaterali
Le risposte spaziano dal danno economico a quello culturale; ma nessuno crede che i ragazzi berranno di meno. C'è chi sostiene, come Riccardo De Giuli, proprietario della vineria "Tre Galli" e del Ristorante "Tre Galline", che ci sia questo il rischio: la lehhe "potrebbe addirittura spingere verso l'utilizzo delle droghe, la cui vendita non ha certo orari.". Si parla anche di "incentivo al nomadismo notturno". Così un gestore di locale dei Murazzi dice sconsolato: "I ragazzi si ubriacheranno prima. A me sembra una legge per anticipare le stragi del sabato sera. Dall'aperitivo in avanti, chiunque può bere qualsiasi cosa".

Serena Schiva - 21/11/07 - city.corriere.it

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