Mussi blocca la carriera a 5mila superlaureati

Quel pasticciaccio brutto delle scuole di specializzazione di Medicina. Va al ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, il merito di aver determinato uno stato delle cose di fatto insuperabile senza scontentare migliaia di giovani medici. O si fa perdere un anno intero di lavoro e studio ai circa 5mila giovani che si sono laureati in Medicina da giugno ad ottobre di quest’anno. O se ne fa perdere uno e mezzo ad altri 2mila circa, già laureati nel dicembre 2006 e abilitati nel luglio 2007. Oltretutto si tratta dei laureati in corso, già pronti ad emigrare all’estero per avere la possibilità di specializzarsi e trovare lavoro.

Che cosa ha provocato la protesta dei cinquemila neolaureati, pronti a scendere in piazza domani a Milano, Roma ed in altre città chiedendo il sostegno dei loro professori e della Conferenza dei Rettori?

Tenta di spiegare come si è arrivati a questo impasse il professor Natale Di Martino, ordinario di Chirurgia generale presso la Seconda università di Napoli. «La norma prevede che occorra superare l’esame di abilitazione prima di poter sostenere quello di accesso alla specializzazione - spiega Di Martino - e per accedere all’abilitazione occorrono tre mesi di tirocinio». Il prossimo esame di abilitazione è previsto per il 15 febbraio. Quindi impossibile abilitarsi prima di quella data per tutti coloro che si sono laureati dal giugno scorso ad oggi. «Il bando di concorso per le scuole di specializzazione invece uscirà a giorni. Il concorso poi si terrà a gennaio 2008 - prosegue il professor Di Martino - lo studente che era il primo del mio corso e si è laureato con 110 e lode nel luglio scorso non potrà fare neppure la domanda perché non può abilitarsi prima di febbraio».

Non poter partecipare al bando di quest’anno vuol dire dover aspettare il prossimo che non ci sarà prima di un anno. Risultato: per una manciata di settimane circa 5mila neolaureati, oltretutto quelli che hanno conseguito la laurea nei tempi richiesti, dovranno aspettare un anno per accedere alle scuole di specializzazione. Di Martino propone di far slittare i tempi del bando oppure di far iscrivere i neolaureati al bando sub-condizione in attesa che ottengano l’abilitazione. Anche il senatore di An, Giuseppe Valditara, aveva chiesto al ministro di concedere l’iscrizione «in via transitoria per quest’anno».

Ma il pasticciaccio non si chiude qui. Sul fronte opposto infatti sono schierati altri 2mila laureati in Medicina ai quali è già toccata la sorte di aspettare questo bando troppo a lungo. Sono i giovani che hanno conseguito la laurea dal dicembre 2006 ed hanno aspettato luglio scorso per sostenere l’esame di abilitazione. Poi hanno tirato il collo fino ad adesso sperando di entrare nelle scuole di specializzazione prima a novembre e poi a gennaio.

Adesso, se il ministro dovesse accogliere la richiesta dei neolaureati più «freschi» avrebbero di fronte altri tre mesi di attesa. Insomma dopo essersi laureati nel dicembre 2006 rischiano di entrare nelle scuole di specializzazione 15 mesi dopo. Un bel record. Molti di loro oltretutto, proprio in vista di una attesa eccessiva, avevano fatto ricorso al Tar che aveva concesso, in via cautelativa, di partecipare ai concorsi per la specializzazione. Ma su questo punto il ministro Mussi è stato inflessibile: no abilitazione, no specializzazione.

Proprio un paio di giorni fa Mussi ha detto che sta cercando di risolvere la situazione, visto che ci sono «due interessi in contrapposizione». Il ministro aveva appena ricevuto una delegazione di neolaureati che chiedevano il posticipo della data per la specializzazione. «Ma il ministro - dicono i giovani medici - si è sempre dimostrato sordo alle nostre richieste».


di Francesca Angeli - mercoledì 21 novembre 2007 - ilgiornale.it

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