Radar fissi: 17'000 pirla?

Questa sera alle 21,00 nella prima parte di Matrioska si parlerà di radar, ma anche di traffico e di alcol al volante. Titolo: “17'000 pirla?”. Tante sono infatti gli automobilisti incappati nella rete dei radar fissi.

In studio Luigi Pedrazzini, direttore del Dipartimento istituzioni, Giorgio Carlo Bernasconi, presidente del TCS, Marco Guscio, responsabile della Polizia stradale, Attilio Bignasca, capogruppo della Lega, Giovanni Pettinari, della Divisione costruzioni ed Edo Bobbià, deputato e membro del gruppo “Vie di comunicazione e mobilità privata”.

Nella seconda parte invece confronto tutto chiassese tra il sindaco Claudio Moro e il commerciante Mario Saldarini. Tema, ovviamente, il voto del prossimo fine settimana sull’aggregazione tra Chiasso, Vacallo e Morbio Inferiore.

I migliori commenti verranno discussi in diretta e sottoposti agli ospiti.



La scheda


di Andrea Leoni


17'000 flash dei radar fissi in quattro mesi fa 17'000 pirla? No, evidentemente: e per molte ragioni. Anche se fosse, innanzitutto, la percentuale sulla popolazione cantonale sarebbe infima. Non c’è da buttarsi giù. Il calcolo inoltre non sta da un profilo matematico: qualcuno potrebbe esserci caduto più volte. Mica tutti son ticinesi poi. Diciamo pure che chi supera i limiti è comunque nel torto. Che ci sono i distratti, i ritardatari, gli ignoranti. Non necessariamente dei pirla, dunque. Dal milanese “trottola”, in origine. Mentre nel gergo moderno s’intende coglione. Fonte Wikipedia.

E sono proprio loro – il popolo dei distratti, dei ritardatari e degli ignoranti - che il Dipartimento delle istituzioni dovrebbe in qualche modo tutelare. Non già i pirati che mangiano le autostrade a 200 all’ora. Questi sì, dei gran pirla. Ma tutti quei satelliti che non sanno, o si dimenticano, di rallentare. Basterebbe un bel cartello, “Attenzione radar”, per evitare di scattare flash a vanvera e scontri pericolosi. Perchè se gli autovelox fissi, come li chiamano oltre confine, servono soprattutto a scopo preventivo, così ci hanno sempre spiegato le autorità. Beh se lo scopo nobile è davvero questo, e non quello di far cassa, allora davvero non si capisce per quale ragione Luigi Pedrazzini si ostini a negare questo semplice correttivo. “Abbiamo fatto un ampia informazione, tutti sanno dove sono i radar”, argomenta il numero uno delle istituzioni. Ministro: non è vero. Lei che è uomo di popolo, faccia un test. Entri i una bettola a caso del Cantone, o fermi venti persone per strada. E chieda: dove sono collocati i dieci radar fissi? Se la metà le risponde correttamente, raddoppio il caffè che già le devo. Perché se l’informazione fosse davvero passata, non avremmo assistito a una mattanza da tonnare di tali proporzioni. 17'000 son tanti, non neghiamolo. A meno che, davvero, non fossimo in un cantone di pirla. Ci ripensi dunque, ministro Pedrazzini, e faccia piazzare i cartelli informativi. Come del resto si usa fare in molti Cantoni.

Anche perchè al volante saremo anche un popolo di distratti, ritardatari e ignoranti. Il che è peggio, siamo d’accordo, di santi, poeti e navigatori. Ma oggi, diciamoci la verità, tra cantieri, nuove norme e traffico, guidare è diventato maledettamente più difficile. Il livello di concentrazione è elevato alla massima potenza. E se ogni tanto, oltre ai divieti, arrivasse anche un colpo di mano, non non sarebbe un delitto. No?


21/11/07 - ticinonews.ch

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