Tintarella senza rischi

E’ sempre opportuno ricordare che il sole è un prezioso alleato della nostra salute e del nostro benessere, ma attenzione alla tintarella selvaggia: gradualità e poche, semplici regole, ci salvano da eritemi, colpi di sole e invecchiamento cutaneo.

Con il sole splendente dell’estate è inevitabile il desiderio di abbronzarsi e lasciarsi alle spalle le lunghe, grigie giornate in ufficio o in casa. C’è ancora chi dimentica, però, che una tintarella presa senza adeguate precauzioni rappresenta un vero pericolo per la pelle e può causare non solo scottature, ma anche allergie ed eritemi, fino ad un precoce invecchiamento cutaneo. L’esposizione al sole, inoltre, è riconosciuta come la causa principale dell’aumento dei tumori della pelle, la cui incidenza è in netto aumento negli ultimi anni. Massima attenzione dunque nel valutare gli effetti spiacevoli di una esposizione prolungata ai raggi solari. Questo non significa sfuggire alla luce del sole, ma guadagnarsi con pazienza e gradualità un’abbronzatura “intelligente”, più duratura, sicura e senza effetti collaterali.

Le radiazioni solariI raggi luminosi emessi dal sole sono formati da fotoni, una serie di particelle energetiche che arrivano sulla Terra sotto forma di radiazioni e che, a seconda della lunghezza d'onda, vengono classificate in radiazioni visibili, UVA, UVB, UVC (ultravioletti A, B e C) o infrarossi. I raggi UVC sono pericolosissimi per l'uomo, ma vengono bloccati dall'ozono presente nell'atmosfera, che impedisce loro di arrivare sulla terra. I raggi UVB penetrano a livello epidermico e provocano l'abbronzatura, ma possono anche essere la causa dell'eritema della pelle. I raggi UVA - una percentuale dei quali (30-50%) penetra nella pelle a livelli molto profondi - sono responsabili dell'invecchiamento della pelle e della formazione di melanomi. Gli infrarossi, infine, penetrano fino all'ipodermide e provocano vasodilatazione, calore e sudorazione.

I livelli di radiazione UV e la loro azione sono influenzati da diversi fattori. L’altezza del sole, innanzitutto: il livello di radiazione UV varia a seconda dell'ora del giorno ed è più elevato quanto più alto è il sole nel cielo, dunque nelle ore intorno a mezzogiorno (il 60% delle radiazioni giornaliere arriva a terra tra le 10 e le 14). Sui livelli di radiazione UV influiscono anche la latitudine – i livelli sono più alti quanto più ci si avvicina all'equatore – e l’altitudine, perché ad alta quota l'atmosfera è più rarefatta ed assorbe meno radiazioni UV (per ogni 1000 metri, i livelli aumentano di circa il 10%).

Da non trascurare altri fattori come il clima - le nuvole e l'umidità assorbono parzialmente le radiazioni UV, che invece raggiungono i massimi livelli con il cielo sereno – e la superficie terrestre. I raggi solari sono infatti riflessi o diffusi in maniera diversa a seconda del tipo di superficie: la neve può riflettere l'85% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta il 15%, l'acqua il 5%, l'erba il 3%, l'asfalto il 2%. Infine, l’ozono, che filtra le radiazioni UV più pericolose. Il suo livello, oltre ad essere costantemente minacciato dall'inquinamento atmosferico, varia nel corso dell'anno.

Benefici e danni delle radiazioni solariLa cute si difende dai danni dei raggi ultravioletti in due modi: da una parte aumenta la quantità di melanina prodotta dai melanociti dello strato basale dell'epidermide, con conseguente apparizione della tintarella, dall’altra ispessisce lo strato corneo che riveste l'epidermide. La melanina prodotta dall’organismo riesce ad assorbire la maggior parte delle radiazioni solari ed è quindi il meccanismo di difesa più efficacie per la salute della nostra pelle. Se l’esposizione al sole è graduale, in ore adatte, opportunamente distanziate, la pelle riesce a difendersi da sola dai danni sia immediati che cronici.

Se invece l'esposizione è eccessiva, la cute diventa giallastra, opaca e abbellita solo per brevi periodi da un'abbronzatura temporanea. L'esposizione indiscriminata provoca insolazione (il cosiddetto “colpo di sole”), con cefalea, vertigine, nausea e febbre, o scottature provocate da un'esposizione intensa senza le dovute protezioni, accompagnate da eritema, edema solare e stati dolorosi. L'esposizione ai raggi UV ha anche degli effetti cronici, come macchie della pelle, efelidi e rughe.

La gradualità nell’esporsi al sole, la conoscenza del proprio fototipo e l’attenzione verso semplici regole garantisce un’abbronzatura più duratura e sana, e il pieno di benessere e di energia che il sole può regalarci. Ricordiamo che i raggi solari stimolano la produzione di vitamina D endogena, che favorisce l'assorbimento del calcio da parte delle cellule epiteliali, svolgendo un'azione preventiva contro il rachitismo e l'osteomalacia. Tra gli altri benefici anche quelli sulla circolazione sanguigna e su patologie della pelle quali la psoriasi, la dermatite atopica, la dermatite seborroica e l'acne. Non ultima, la positiva azione psicologica della luce solare, provocata dal senso di benessere e calore che deriva da un'esposizione equilibrata.

6 Luglio 2007 - di Alessandra Versienti - 8000.it

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