Sunniti via dal governo: tre autobomba, 73 morti

A luglio sono di meno i caduti tra i militari, ma sale drasticamente il numero di vittime civili


Nel mese di luglio il numero delle vittime tra i soldati Usa in Iraq è significativamente calato, ma allo stesso tempo è aumentato drammaticamente il numero dei civili uccisi, mentre il primo giorno di agosto ha subito fatto registrare un bilancio di 73 morti nella sola Baghdad (142 in tutto il Paese) e un nuovo, duro colpo al governo di Nuri al Maliki, che continua a perdere i pezzi: i sei ministri del blocco sunnita si sono ieri dimessi in massa.
L'attentato più grave è stato compiuto da un kamikaze che alla guida di un'autocisterna carica di carburante e esplosivo si è lanciato contro un distributore di benzina nel quartiere al Mansour: in un inferno di fuoco, hanno perso la vita almeno cinquanta persone, e una sessantina di altre sono rimaste ferite. Un altro kamikaze è entrato in azione più o meno alla stessa ora nel quartiere commerciale Karrada, dove ha fatto esplodere la sua autobomba vicino a una popolare gelateria. Anche in questo caso il bilancio è pesante: almeno 20 morti e 40 feriti. Un terzo attentato nel quartiere Dora ha provocato la morte di almeno tre persone e il ferimento di numerose altre.Il mese di agosto inizia con un'altra strage, mentre, secondo i dati trapelati ufficiosamente dai ministeri degli Interni e della Difesa, a luglio sono stati almeno 1.652 i civili uccisi in attentati di vario genere in tutto il Paese, con un significativo aumento, del 33%, rispetto a giugno, quando erano stati 1.241.
Dati che contrastano con le affermazioni dei responsabili Usa, secondo cui luglio ha fatto segnare una calo della violenza. I militari americani uccisi durante gli ultimi trenta giorni sono stati in tutto 76: il dato migliore del 2007, che sembra dimostrare, secondo fonti del Pentagono, che l'arrivo di 30 mila soldati disposto dal presidente George W. Bush sta dando i frutti sperati.
Al punto che il vicepresidente Dick Cheney ha anticipato che l'atteso rapporto Petraeus, il comandante delle forze Usa in Iraq, mostrerà «significativi progressi».


Ma quella in Iraq sarà una guerra da oltre un trilione di dollari. A dirlo è un altro rapporto, del Congresso americano stavolta, che ipotizza che il costo totale dell'impegno Usa in Iraq sarà pari a più del doppio dei 500 miliardi di dollari già stanziati da Washington.
La spesa complessiva comprende non solo i costi militari correnti, ma anche quelli di lungo termine legati alla necessità di rimpiazzare equipaggiamento danneggiato, assistere i veterani di guerra e aiutare il governo di Baghdad.


02/08/07 - corriere.com

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