Bari, osservatorio sulle tossicodipendenze

di Stefania Losito


Sono allarmanti i dati sulle tossicodipendenze a Bari. Negli ultimi cinque anni, è aumentato del 150% il numero degli adolescenti che fa uso di droghe e alcol, e del 500% quello delle donne di tutte le età (preda degli abusi soprattutto le casalinghe). La conferma viene dall’Asl Bari, che insieme al Sert, al Comune e al Terzo settore, ha istituito un osservatorio triennale per monitorare il numero dei tossicodipendenti nel capoluogo. I risultati, sebbene ricostruzione parziale degli operatori, sono stati presentati questa mattina dall’assessore alle Politiche sociali, Susi Mazzei, dal commissario straordinario Asl Bari, Lea Cosentino, dal Sert e dalle associazioni che si occupano del problema sul territorio. “E’ fondamentale il monitoraggio congiunto – ha spiegato Mazzei – perché per la prima volta a un problema sentito si lavora in coordinamento, per la prevenzione nelle scuole e per il sostegno alle famiglie”.

L’occasione è stata la presentazione del progetto “Porte sociali”, finanziato dall’amministrazione comunale con 24mila euro, e della durata di un anno. Parte da subito, e si occuperà dell’educazione nelle scuole e non solo, attraverso seminari e incontri, secondo le linee-guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità. Tra le iniziative, anche quelle a sostegno delle famiglie dei soggetti coinvolti. “Il problema – ha precisato Nicola Catucci del forum provinciale tossicodipendenze – è che le droghe cambiano, c’è un maggiore uso di cocaina che dal ’95-’97 ha costi inferiori e di conseguenza più destinatari. L’eroina si fuma e non si somministra più in endovena, ed è già una trasformazione, anche se il dato non è in crescita come per i cannabinoidi, le pasticche e la cocaina stessa”. Secondo gli operatori del settore, sono cambiati i destinatari, non si tratta di un ceto sociale in particolare come negli anni ’80, ma la base si è allargata. “E’ in crescita anche il dato degli interventi chirurgici per la ricostruzione del setto nasale di chi ‘sniffa’”, ha aggiunto il prof. Fiore dell’Asl.

Ma il problema, finora, è stato quello del sommerso: “E’ la percezione che cambia – ha detto ancora Catucci - i tossicodipendenti non si sentono tali e non chiedono aiuto. Molti di quelli che si rivolgono alle associazioni, non vanno nei Sert perché pensano sia più semplice risolvere la situazione”. Da prevenire è però soprattutto il disagio. Dunque, via all’educazione e al sostegno alle famiglie, ai laboratori, ai controlli incrociati anche da parte delle forze dell’ordine. Per l’assessore “è già una buona cosa che il sabato sera ci siano pattugliamenti sulle strade”. “Ci stiamo sforzando di capire, sia sotto il profilo del monitoraggio che sotto quello degli interventi, come agire soprattutto verso le fasce d’età più giovani”. E ai più giovani il prof. Fiore ha voluto precisare una cosa: “Anche gli spinelli non sono droghe poi così leggere: nei cannabinoidi, ormai, il principio attivo è aumentato dal 20% al 40%, e quindi fa più male”.


31/10/07 - barilive.it

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