"I nostri cari uccisi da autisti ubriachi"

di Marzio Fatucchi

I parenti delle vittime all´apertura della nuova campagna per la sicurezza

L´assessore: "I numeri continuano ad essere drammatici, dal 1998 contiamo 264 morti"

Dodicimila cartoline, vigili e operatori con alcol test davanti a quattro discoteche «Non vedo giustizia, vorrei giustizia. La cosa più bella della mia vita no, non c´è più. E chi l´ha uccisa, sotto effetto di droga, gira ancora per le strade». Frena le lacrime a stento, con coraggio riprende a parlare. «Vorrei che qualcuno, lo Stato, potesse cambiare queste cose». Filippo Arangio ha perso in un incidente stradale due mesi fa la figlia, Thamata. Il suo fidanzato è rimasto gravemente ferito. A colpirli, una Polo Wolkswagen guidata da un´altra ragazza, che ha invaso la corsia dove transitava la Cinquecento della coppia: l´investitrice aveva fumato una canna, procedeva a velocità elevata. Il padre della vittima, a soli due mesi da questa tragedia, ha affrontato la stampa per mettersi accanto a chi, prima di lui, si è trovato nella stessa situazione. Un modo per sostenere la campagna per la sicurezza stradale lanciata da Palazzo Vecchio.
Una campagna che ogni anno il Comune rinnova per convincere i giovani (e non solo) a non guidare sotto effetto di alcol e droga, a non correre, a rispettare il codice della strada. A rispettare sé stessi, la propria vita, quella degli altri.
Quest´anno testimonial, dopo Piero Pelù e Carlo Conti, è il giocatore della fiorentina Giampaolo Pazzini, che si dice «orgoglioso di poter fare qualcosa per i giovani.
Quando mi è stato chiesto ho subito accettato. Basta scorrere le pagine dei giornali per leggere di incidenti in cui perdono la vita tanti giovani, molti della mia età. Per questo quando ho potuto dare il mio contributo per fare qualcosa per fermare questa tragedia l´ho fatto volentieri». Pazzini parteciperà anche ad alcune iniziative con studenti degli istituti superiori della città sempre sul tema della sicurezza stradale insieme all´assessore Cioni e al comandante della polizia municipale Alessandro Bartolini, per una campagna che vede la collaborazione e la sponsorazzazione di alcune discoteche fiorentine e di Fondiaria-Sai.
Ma sono loro, i testimoni della tragedia che esplode in una famiglia dopo un incidente mortale, il messaggio più efficace per i giovani. Sono loro a girare per le scuole, per cercare di convincere i ragazzi e le ragazze che «morire sulla strada è la cosa più inutile che ti possa succedere a 20 anni», come ripete da anni ormai Valentina Borgogni, che ha perso un fratello investito sul lungarno Colombo da un ubriaco sessantenne. La parola passa agli altri genitori. «Ho perso un figlio, ora ho paura per suo fratello». «Può succedere a tutti, anche se quando leggiamo pensiamo sempre possa succedere ad altri». «Dopo la morte delle mie due figlie, incontrare i giovani per parlar loro nelle scuole è stata un´esperienza devastante, ma serviva per fargli capire cosa significa entrare nel cammino del dolore». «Se sono morti dipende anche dal nostro modo di vivere, da come è fatta la nostra società». Oltre a Valentina, parlano Sergio Cianti dell´Associazione Europea familiari e vittime della strada, l´ex portiere della Fiorentina Giovanni Galli della Fondazione «Niccolò Galli» (il figlio vittima di un incidente mortale). Ma c´è anche Loretta Casini, che ha perso due figlie, Elisabetta e Maria Chiara.
Sono parole che inchiodano alla sedia più della pur utile campagna del Comune. Più dei 20 manifesti 6 metri per 3, più dei 200 gonfaloni che verranno posizionati in tutta la città, più delle 12mila cartoline che verranno distribuite con il messaggio che accompagna il volto dell´attaccante della Fiorentina: «Una partita si può perdere, la vita no. Se vuoi guidare, non bere».
La campagna non finisce con i manifesti. Ci saranno vigili e operatori dei servizi sociali, con alcol test, di fronte a 4 discoteche fiorentine (Tenax, Vipers, Marcanà e Space Electronics), proseguiranno gli incontri con i giovani. E poi la repressione, con i «pattuglioni» muniti di etilometro che, implacabile, ha colpito decine di automobilisti trovati con un tasso alcolico maggiore dei limiti di legge.
Un impegno che ha visto diminuire tendenzialmente (ma lentamente) gli incidenti in città, anche grazie ad alcuni accorgimenti come i cordoli che separano i viali, gli autovelox collocati nei posti dove statisticamente succedono più incidenti, i fotored ai semafori. Non basta, non è mai sufficiente. «I numeri degli incidenti continuano ad essere drammatici: dal 1998 ad oggi le persone decedute a seguito di un sinistro stradale sono state complessivamente 264 e i feriti 47.400. L´anno scorso si sono registrati 5.582 incidenti che sono costati la vita a 22 cittadini mentre ben 4.803 hanno causato ferite alle persone coinvolte. E anche quest´anno il bilancio degli incidenti è sempre più simile a un bollettino di guerra: già oggi abbiamo superato i 4.400 incidenti con 17 morti e oltre 3.700 feriti. Si tratta di dati che ci convincono, una volta di più, della necessità di proseguire con le campagne di sensibilizzazione sui temi della sicurezza stradale per promuovere in tutti i cittadini, e in particolar modo nei più giovani, l´importanza del rispetto delle regole» dice Cioni.
La statistica è implacabile. Se dovessimo darle retta, dovremmo rassegnarci ad altri 3, 4 morti entro la fine dell´anno.


31/10/07 - espresso.repubblica.it

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