Malasanità: trentamila morti all'anno

MALSANITÀ IN ITALIA: 30 MILA MORTI ALL'ANNO

(12/07/2007) - In un congresso sul Risk Management in sanità, tenutosi qualche tempo fa nella sede della Guardia di Finanza di Ostia a Roma sono stati esposti dati davvero sconfortanti sulla Malasanità in Italia. Gli errori in medicina pare, infatti, causino più vittime degli incidenti stradali, dell'infarto e di molti tumori. Si stima che siano 90 i morti al giorno in Italia per sbagli commessi dai medici, scambi di farmaci, dosaggi errati, sviste in sala operatoria. I dati sono piuttosto vari, oscillano fra i 14 mila (secondo l'Associazione degli anestesisti) e i 32.400 mila decessi (secondo Assinform, editore di riviste specializzate nel settore del rischio nel campo della sanità) ogni anno solo nel nostro Paese: il 50% si sarebbe potuto evitare. E 320.000 persone subiscono un danno, con un costo pari all'1% del Pil, ben dieci miliardi di euro l'anno. I morti per errori medici negli ospedali italiani sono più numerosi delle vittime degli incidenti stradali. E rappresentano il 2,5% del totale dei decessi che registrano ogni anno nel nostro Paese. Ma la situazione, secondo l'Istat, è perfino più allarmante di quanto possano dire da soli i 32 mila morti in corsia per errori sanitari: nel quadro vanno infatti inseriti anche gli altri 300 mila casi in cui, sempre per errore, viene pregiudicata e seriamente danneggiata la salute del malato. Ma c'è di più: una fetta consistente degli sbagli commessi dai camici bianchi italiani, più o meno uno su sei (vale a dire 5.000 l'anno) è attribuibile a un ragionamento sbagliato, definito errore cognitivo, e non a negligenza o incompetenza del medico. Questo fa presupporre che almeno una parte di essi possa essere evitata. Da questa considerazione nasce il libro "La dimensione cognitiva dell'errore in medicina", di Vincenzo Crupi e Gian Franco Gensini, presentato a Roma. Il personale sanitario deve informare i pazienti degli errori commessi a cura di Giulio Marcon Il problema se si deva o meno informare il paziente degli errori eventualmente commessi nelle cure agita da anni il mondo sanitario. Il problema è stato questa volta sollevato (guarda caso) dagli avvocati civilisti britannici che richiedono per medici e managers sanitari un "codice di onore" relativamente ad errori o negligenza commesse nelle cure. Dato che, come è noto, il Risk Management nasce negli USA con lo scopo di limitare l'esposizione economica dovuta alle cause per malpractice ed ai relativi risarcimenti, è chiaro come il mondo anglosassone sia molto restio a rivelare spontaneamente al paziente gli eventuali errori commessi. Di fatto nel Regno Unito, come già è avvenuto in aprile negli USA, si è tentato di limitare i risarcimenti miliardari proponendo un "risarcimento conciliatorio" di un massimo di 30.000 UK£, evitando così le attese e le lungaggini del giudizio. Questo principio media tra le richieste di depenalizzazione avanzate dei medici e le richieste dei danneggiati e dei loro legali. I pazienti manterrebbero il diritto di presentare denuncia se lo desiderano, ma se preferiscono, possono optare per un risarcimento immediato (che risarcisce il danno ed evita quindi denuncia e processi). Nel caso del danno cerebrale perinatale (che rappresenta il 5% delle denunce, ma il 60% dei risarcimenti) al risarcimento immediato viene aggiunto un "pacchetto" di cure gratuite, di un reddito mensile fino a 100.000 UK£ per anno, un contributo per l'adattamento della casa fino a 50.000 UK£ più ulteriori 50.000 UK£ per il danno esistenziale. Le associazioni mediche sono state naturalmente soddisfatte, mentre le associazioni dei pazienti si mantengono caute specie per la situazione di scarsa garanzia delle famiglie. Gli avvocati si dicono invece soddisfatti per la possibilità, prevista dalla legge, che i parenti hanno di scegliere liberamente un avvocato per essere aiutati a vagliare l'opzione migliore. Per aiutare i pazienti che hanno subito questo tipo di problemi è nata l'associazione "Malasanità Associazione Vittime Errori Medici ".

Si tratta di un'associazione senza scopo di lucro,costituita ufficialmente il 9 gennaio del 2002 da professionisti ed imprenditori, che direttamente o indirettamente erano stati vittime o spettatori impotenti di episodi di Malasanità. L'associazione ha lo scopo di promuovere e sostenere iniziative ed attività finalizzate a prevenire errori medici ed a realizzare un più avanzato equilibrio tra l'esigenza di non lasciare senza riparazione le vittime del danno e quella di non rinunciare allo svolgimento ed al progresso delle attività mediche. "Malasanità" è indipendente e non è legata a partiti politici o a confessioni religiose. Il contributo che l'associazione concretamente intende fornire è quello di contribuire, nel rapporto tra medico e paziente, alla realizzazione di quella rivoluzione che la legge di riforma sanitaria s'imponeva e cioè garantire nell'universo della sanità concreta attuazione dei diritti inviolabili dell'uomo sanciti dagli artt. 2, 32 e 13 della Costituzione. In sintesi, in sintonia con i principi costituzionali, contribuire alla tutela della salute nel rispetto della persona umana. Per il raggiungimento degli scopi statutari l'associazione fornisce anche supporto economico e professionale (medico-legale) a coloro che hanno subito danni da "Malasanità" e che si trovano in una situazione svantaggiata in ragione di condizioni fisiche, psichiche, economiche e/o familiari.
L'associazione opera su tutto il territorio nazionale, attualmente dispone di due sedi operative: Napoli e Roma. Sono in fase di apertura due nuove sedi: Bari e Chieti. Ha rappresentanti legali nelle maggiori città italiane. Malasanità si presenta al pubblico anche e soprattutto attraverso un portale internet: www.malasanita.it. Questo portale rappresenta il primo portale tematico italiano sull'assurdo, ma reale mondo della Malasanità. Da circa un anno "Malasanità" Associazione vittime Errori Medici collabora anche con l'associazione Medici Senza Frontiere, questo a riprova che l'intento dell'associazione non è quello di andare, in modo indiscriminato, contro i medici ed il mondo sanitario in generale. Causano più vittime degli incidenti stradali, dell’infarto e di molti tumori. In Italia le cifre degli errori commessi dai medici o provocati dalla cattiva organizzazione dei servizi sono da bollettino di guerra con costi pari all’1% del PIL, 10 miliardi di euro l’anno. "Le fonti, però, sono spesso discordi su questi numeri - fa notare Marco Venturini, consigliere nazionale dell’ Associazione - come si nota per quel divario fra 14 e 50 mila decessi imputabili ad errore (la verità probabilmente si avvicina ai 30-35 mila decessi) ma nella migliore delle ipotesi (’solò 14 mila), i morti per errore medico o della struttura ospedaliera, sono almeno il doppio di quelli per incidente stradale, che sono 8000 l’anno, il che non è poco. Il tema del rischio clinico - osserva il presidente dell’ AIOM, Emilio Bajetta - si propone oggi come un argomento di grande attualità, con un forte impatto socio-sanitario. Lo scopo che l’Aiom si ripromette è migliorare la prestazione sanitaria e garantire la sicurezza del paziente oncologico". Anche perché nella particolare classifica delle specialità in cui si commettono più errori, stilata dal Tribunale dei diritti del Malato, l’Oncologia, con un 13% si colloca al secondo posto, preceduta dall’Ortopedia con il 16,5% di errori, seguita dall’Ostetricia (10,8%) e dalla Chirurgia (10,6%). Gli errori più frequenti vengono fatti in sala operatoria (32%), poi nei reparti di degenza (28%), nei dipartimenti di urgenza (22%) e negli ambulatori (18%). Ma quali sono gli errori più frequenti?
"Qui le cifre sono meno certe, ma fra gli errori che si verificano più spesso ci sono quelli dovuti alla confusione fra farmaci con nomi simili", afferma Bajetta che fa l’esempio, in oncologia, di farmaci come cisplatino, paraplatino e oxaliplatino. L’ordine di somministrazione di un farmaco può dunque essere equivocato, soprattutto se non vi è il controllo anche al letto del paziente. "Anche l’ambiente in cui si lavora - continua Bajetta - influisce: perché un conto è scrivere la cartella clinica in un ambiente tranquillo, seduti a una scrivania, altro è farlo, coma talvolta capita, in corridoio, nella confusione generale". Altri errori sono dovuti al sistema che, a causa delle lunghe liste d’attesa (per visite ed esami diagnostici) è causa diretta delle diagnosi tardive, che arrivano quando ormai il danno è irrecuperabile. E per il presidente AIOM, "gli errori dovuti a cosiddetta malpractice, cioé a una non corretta prestazione medica, sono minori di quanto non si pensi: spesso ad essi si dà un eccesso di visibilità sui media, prima ancora di poterne valutare l’esatta natura. Poi alla fine, oltre il 90% dei medici accusati di malpractice viene assolto". Invece, secondo Venturini, si sta affacciando un nuovo tipo di errore, imputabile questo ai recenti cambiamenti del sistema, che tende a risparmiare nelle spese: "E’ quello che gli anglosassoni chiamano ’quicker and sicker’, cioé il dimettere precocemente il paziente (troppo velocemente, quicker), quando é ancora non stabilizzato (più sofferente, sicker)". Altri errori - secondo un elenco del Tribunale dei diritti del malato - sono provocati dalla somministrazione di farmaci sbagliati per la grafia poco comprensibile di chi li ha prescritti (a volte basta anche lo spostamento di una virgola per rendere letale la quantità di un farmaco), dallo scambio di paziente da operare, dall’amputazione dell’arto sbagliato, da smarrimento o confusione di esami, da anestesia maldosata, infine dalla scarsa attenzione al ’consenso informato’. Che cosa fa l’AIOM per arginare il torrente degli errori? "Per correggere gli errori bisogna conoscerli: abbiamo fatto un censimento ’strutturale’ - risponde Venturini - per sapere dove sono le Oncologie in Italia. Poi abbiamo avviato un censimento ’funzionale’, per sapere come funzionano. Per le linee guida della sicurezza stiamo facendo lo stesso: abbiamo in corso un progetto per verificare se e come sono applicate". "Nei nostri reparti all’INT - afferma Bajetta - è fatto obbligo al medico o all’infermiere che ha fatto il turno di notte in reparto, di lasciare l’ospedale al mattino. Non c’é nulla di più facile che sbagliare quando si è a corto di sonno". Sono invece 150 mila le richieste di risarcimento l'anno: 'boom' di denunce per errori medici: +184% in 10 anni. Balzo in avanti per le denunce di errori medici in Italia: in meno di 10 anni sono aumentate del 184%, passando da 3.150 nel 1994 a 7.800 nel 2002. Quelle a carico di Asl e ospedali hanno segnato una crescita più moderata, intorno al 31% (da 5.100 nel '94 a 6.700 nel 2002). Una situazione allarmante anche per i cittadini. Tanto che, secondo l'ultimo sondaggio sugli errori medici dell'Eurobarometro, quasi quattro europei su cinque hanno scarsa fiducia nei confronti di medici e strutture sanitarie. E a guidare la lista dei più preoccupati (68%), sono proprio gli italiani. ''Secondo le stime di alcune compagnie assicurative - in Italia ogni anno, su otto milioni di ricoveri in strutture pubbliche, circa 320 mila pazienti (il 4%) denunciano danni, e le richieste di risarcimento sono circa 150 mila, di cui 12 mila pendenti davanti ai giudici''. Si calcola, che ogni denuncia costa al Ssn circa 26.750 euro. Da ultimo, leggiamo su un lancio dell' ADN KRONOS di Venezia, che centinaia di medici ricevevano vantaggi o premi in denaro in cambio dei quali favorivano l'uso o la vendita di farmaci della multinazione Glaxosmithkline. In qualche caso hanno ricevuto somme per ogni paziente trattato nei reparti di oncologia. Sono state ben 4.713 le persone denunciate in tutta Italia dalla Guardia di finanza del nucleo regionale di polizia tributaria del Veneto, quasi tutti medici, dopo due anni di indagine andata sotto il nome di «Giove». Coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Verona, Guido Papalia, l'operazione ha appurato che la Glaxosmithkline ha investito tra il 1999 e il 2002 oltre 228 milioni di euro per sostenere le vendite illecite di medicinali, attribuendone in contabilita' voci di spesa, tra le altre, come 'other promotion', 'medical phase IV', 'field selling'. 159 invece i milioni di euro calcolati per il recupero a tassazione. I medici denunciati sono 4.440: si tratta di medici generali, ,,specialisti, farmacisti ospedalieri, primari, direttori di clinica, che a vario titolo hanno favorito la Glaxosmithkline; su di loro pende l'accusa di comparaggio, concessione o promessa di premi, corruzione. A questo si aggiungono 273 tra amministrazione della multinazionale, dirigenti, quadri e dipendenti: questi ultimi risultano denunciati per associazione a delinquere. A seguito dell'attività di indagine come affermato dalla stessa Federfarma nella sua «analisi dell'andamento della spesa farmaceutica convenzionata a livello nazionale e regionale», la spesa netta a carico del Servizio sanitario nazionale nel 2003, è diminuita del 5,3% rispetto all'anno precedente con un risparmio, su base annua, di circa 620 milioni di euro. L’accusa che pende sui professionisti è gravissima: comparaggio, concessione o promessa di premi e corruzione! Gli indagati comprendono medici generici, specialisti, farmacisti, primari e direttori di clinica. Tra questi ultimi è bene ricordare il famosissimo oncologo Umberto Tirelli, primario dell’Istituto nazionale tumori di Aviano (Pordenone), docente di oncologia medica all’università di Venezia e di Udine, nonché presidente onorario del Cicap Emilia Romagna (il comitato di controllo per le affermazioni sul paranormale, sic!).

Il docente è lo stesso che ha affermato come l’uranio impoverito è «condannato senza prove», che gli ogm «non sono tossici e – addirittura - migliorano la salute pubblica» e che «per provare a sconfiggere i tumori - bisogna iniziare a – spendere meglio i fondi» Commenta il blog che condanna la malasanita': "Effettivamente Tirelli ha ragione in una cosa: se quei 230 milioni di euro sborsati dalla Glaxo fossero stati «spesi meglio», invece di finire nelle tasche di medici compiacenti e corrotti, forse un passetto in più la scienza medica lo avrebbe fatto!". Per finire: ci sono medici che nella loro professione ci mettono la scienza e la coscienza, nonche' la passione: altri sono impreparati, disonesti e compiono ogni giorno atti di prepotenza e di arroganza. Noi guardiamo alla prima categoria di medici che hanno un animus, che svolgono il loro lavoro amando i loro pazienti, e che se non ci fossero, forse, saremmo nell'aldila', e a loro va tutto il nostro ringraziamento. La seconda categoria e' formata da medici furbi,imbroglioni, arrivisti, disonesti, incompetenti, e con senza nessuna abilita'. Che aspettano le 200 euro di visita dai loro pazienti e soldi per entare in qualche casa di cura. Sono i peggiori individui perche' speculano sulla pelle dei malati. Poi parliamo dei pedofili, delle porno professoresse, dei poliziotti che hanno la cultura del manganello, dei clandestini, dei tarfficanti di droga e dei mafiosi, ma questi medici con le loro prepotenze, vessazioni e angherie non sono da meno.C'e' da chiedersi che gli ha dato la laurea e c'e' da augurarsi di non finire sotto le loro mani e che la magistratura li persegua penalmente. La posta in gioco e' troppo alta e l'assistenza sanitaria non e' una cortesia come pensano nella loro forma mentis, ma un atto dovuto, un dovere, un obbligo. I dati sulla malasanita' italiani non li ho forniti io, (che non ho pregiudizi sui medici sia chiaro!) ma sono di associazioni, enti, giornalisti, Istat, e Guardia di finanza. I medici sono avvertiti! Ora, dopo tantissimi episodi di malasanita' in diversi Ospedali, gli italiani sanno come difendersi. Siete nel mirino, e sotto i riflettori dei mass media. Ai medici perbene, che sono tanti, va il nostro plauso, la nostra gratitudine. e la nostra ammirazione. Ma nessuno sconto a quelli disonesti, affamati di soldi, cinici, arroganti e senza pietas.

Alberto Giannino - IMGpress- 12.07.07 - imgpress.it

1 commento:

Con-tatto! ha detto...

Ti invio un contributo al dibattito sul sistema sanitario e sulla demagogia. Corri a leggertelo, cliccando sul link

Basta guerre nel mondo!