Alcol: perché non è proibito

Se si dovesse seguire la logica di chi le leggi le scrive, tutte le bevande che contengono una qualsiasi percentuale di alcol dovrebbero essere bandite dai negozi e messe fuori legge. La pregiata ed economicamente vantaggiosa produzione di vini italici andrebbe a farsi benedire e migliaia di commercianti ed imprenditori finirebbero sul lastrico. Eppure l’alcol fa male, ubriaca, annebbia le menti soprattutto dei più giovani che vanno ad impastarsi sui muretti con le loro auto. Eppure la lungimiranza del legislatore prevede di punire solo l’abuso del consumo alcolico. Giusto, se accompagnato da un serio lavoro di prevenzione. Allora, ci chiediamo noi, perché quando si parla di droghe illegali, molto spesso meno dannose dei fumi dell’alcol, scattano dei tabù mentali tipo la “tolleranza zero”, mentre la tv e la pubblicità ci descrivono le bevande alcoliche come immancabili compagne di una vita di successo da vivere a 1000 all’ora? Solo una questione di interessi economici. Finchè non cambieranno i modelli educativi i nostri giovani usciranno sempre alla ricerca del rischio (macchina o non macchina), di un qualcosa che aiuti a spezzare la monotonia di una vita vuota e senza ideali. Solo adesso ci si accorge che tre bicchieri di vino possono uccidere, altro che spinelli. Ignoranti ed ipocriti.

16 luglio 2007 - di domenico camodeca - ccsnews.it

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