Quando l'alcol distrugge la vita degli altri

Si muore fuori dalla discoteca, tornando a casa dall'ufficio, oppure nelle stradine di campagna dove non passa quasi nessuno


MILANO - Yunior Eyafe Harryman, 17 anni, aveva 8 in italiano, 9 in matematica, 10 in informatica. Quello che si dice un ragazzo in gamba. A scuola i prof lo lasciavano entrare ogni giorno 10 minuti in ritardo perché doveva aiutare la mamma malata, immobile nel letto di casa, a fare colazione. È morto la notte di giovedì 28 giugno, appena fuori Cremona. Era andato a prendere un gelato con tre amici. Adam Fassali, 20 anni, studiava architettura. Davide Chiodelli, 21, aveva aperto da poco un'osteria con il padre. Adenilson Grisi, 24, faceva il promotore finanziario e, nel tempo libero, il pilota di go kart. Sono morti tutti. Uccisi dall'Audi A4 di un giovane albanese che quando era uscito dal night, pochi minuti prima, non riusciva quasi a reggersi in piedi.


I comportamenti a rischio non esistono. Almeno per le vittime. Si muore fuori dalla discoteca, tornando a casa dall'ufficio, oppure nelle stradine di campagna dove non passa quasi nessuno. E poi restano solo le statistiche, il dolore delle famiglie, le fototessere negli archivi dei giornali. Cormac Page era arrivato a Ferrara dall'Irlanda nel 1998 per insegnare l'inglese e per sposare Barbara. Oggi, come ogni estate, dovrebbe essere in vacanza con la moglie a Dublino, dai genitori. Il 14 marzo, alle 7 di sera, mentre tornava a casa da scuola, è stato tamponato da una Mercedes a tutta velocità. Aveva 53 anni. È sepolto nel cimitero del quartiere di Quacchio. Proprio davanti alla tomba di una ragazza uccisa 16 anni fa, anche lei da un automobilista ubriaco. «Ci siamo conosciuti tardi, non abbiamo potuto avere figli - racconta Barbara -. Ora sono completamente sola, abbandonata. Ma questa non è una tragedia personale. Mio marito è stato vittima di una strage di Stato. Perché lo Stato tutte queste morti potrebbe impedirle, e invece non fa nulla». Nella strage sono morti anche Giulia Biondani e Andrea Gecchele, entrambi di 22 anni, fidanzati. È successo a Verona, un anno fa. Il rumeno che guidava contromano è di nuovo libero.


Le foto dei bambini sembrano tutte uguali. Perché sono tutti bellissimi. I fratellini Sabatino e Gherardo Molinari, 10 e 11 anni, e il loro cuginetto Michele Landi, 6, li hanno seppelliti ieri. «Tre angeli che volano verso il Cielo» c'era scritto su uno striscione davanti alla chiesa di Santa Croce a Mercato San Severino, Salerno. Le madri dei tre piccoli non c'erano. Sono ancora in ospedale, in stato di choc. Dei bambini è impossibile raccontare le storie, e il futuro infinito. Cosa sarebbero diventati da grandi Michael Vigna e Francesco Barbonaglia, 7 e 8 anni? Forse avrebbero cambiato il mondo. Più probabilmente sarebbero diventati dei padri, e poi dei nonni. Sono morti in gita scolastica. Il pullman si è ribaltato in autostrada, vicino a Vercelli. L'autista aveva fumato marijuana. Danilo «Lillo» Traini e Alex Luciani erano adolescenti. E in paese la gente era pronta a scommettere: «Sta a vedere che questi finiscono in serie A». Alex, 16 anni, era famoso per come batteva le punizioni. Lillo, 17, era un mediano dai piedi buoni, «e in mezzo al campo la classe fa la differenza». Anche Davide Corradetti, 16 anni, giocava a calcio, ma forse preferiva i videogiochi. E faceva anche il volontario in un programma della Regione contro la dispersione scolastica. Eleonora Allievi, 19, invece era un po' preoccupata perché le sembrava di aver messo su qualche chilo di troppo. L'unico problema, forse, è che non aveva ancora trovato un ragazzo che le dicesse quanto era bella. O magari l'aveva trovato, ma era a lei che lui non piaceva. Sono morti carbonizzati, martedì 24 aprile ad Arpignano del Tronto (Ascoli). Erano in motorino, li ha travolti un rom al volante di un furgone. Al funerale, durante la preghiera dei fedeli, un amico ha detto: «Signore, oggi è difficile rivolgersi a te».


Paolo Beltramin - 16 luglio 2007 - corriere.it

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