Le strade dell’alcol

La nuova moda degli open bar ha conquistato la città. Alle feste si beve per 10 euro fino ad esaurire le scorte


TORINO

«Coraggio ragazzi, fatevi avanti. D’ora in poi si beve gratis». Quattro del mattino, il barista imbraccia il megafono - unico strumento per valicare il muro di folla, suoni e grida - e lancia l’ultimo grido di battaglia della notte. Si avvicina l’ora di chiusura, ma la carovana itinerante non ha esaurito le scorte. E, visto che «gli avanzi sono vietati», si dà fondo a fusti e bottiglie rimaste - poche, a dire il vero - riempiendo il bicchiere a chi ancora non è sazio.

La festa - quella che va di moda - è qui. Dentro serate che si alimentano a litri di birra, vodka, rum e tequila. Otto euro, dieci al massimo: l’obolo spiana la strada per il bancone, il numero di fiche è illimitato. Si beve quanto si vuole. Si beve finché ce ne sta.

Il guaio è che - se la truppa si è dimostrata timida durante la serata - sul far del mattino, in certi posti, tocca imprimere una decisa accelerazione. Bisogna finire la merce. E allora l’alcol va via gratis. Servito a chi, nel migliore dei casi, di lì a poco se ne andrà a casa a piedi o scortato da amici. Nel peggiore, a chi si metterà al volante. Ben carburato.

Più delle discoteche. Molto più dei concerti. Le «feste» che vanno per la maggiore portano bene impresse due parole: open bar. Paghi una modica somma e consumi a piacimento, fino a esaurimento scorte. Baracconi senza fissa dimora. Attrezzati di tutto punto, però. Alcuni sono nati come ritrovi poco più che privati. Oggi funzionano come catene di montaggio: volantini in centro e davanti alle università, sterminate liste di contatti e centinaia di sms per ricordare agli smemorati l’appuntamento.

Meccanismo perfetto: i più solidi riescono a chiamare a raccolta anche 600, 700 persone a sera. È l’offerta che si adegua alla domanda: negli ultimi sette anni, secondo l’Osservatorio sui giovani e l’alcol i consumatori regolari tra 13 e 24 anni sono il 47,5 per cento. E preferiscono distillati e superalcolici alla birra.

Qualcuno è diventato un’istituzione cittadina. Come quel gruppo di giovani che da qualche anno sponsorizza il «discount della cirrosi». Dopo aver battuto la città, in perenni dispute con residenti e forze dell’ordine, quest’estate stazionano allo Chalet, nel parco del Valentino. Uno, anche due appuntamenti a settimana: 9 euro e 90. Con quella somma, in un locale qualunque, non si va oltre cocktail e birra. Lì si può fare razzia. Un’altra carovana da qualche settimana è di stanza a Chieri, il sabato sera. Dieci euro per le ragazze, quindici per i maschietti. Piscina e consumazioni illimitate. Il venerdì, invece, tocca a un bar dietro piazza Vittorio Veneto. Prima di trasferirsi ad Avigliana per la stagione estiva, il Noise di via San Massimo offriva il medesimo pacchetto: ogni sabato, 9 euro e 90 per gli uomini, 7 e 90 per le donne. Serate occasionali si organizzano anche ai Murazzi. Stesso meccanismo. Dovunque.

I locali, a volte, si limitano a concedere la location. Organizzazione e gestione della serata spettano alla carovana. Loro, gli inventori di questo fortunato sistema, non si scompongono più di tanto. «Organizziamo feste a basso costo, tutto qua - spiega uno di loro, Alessandro -. Non calchiamo mai la mano sui cocktail e, a una certa ora, smettiamo di servire da bere. L’open bar funziona perché, anziché spendere 30 euro, ne bastano 10 o 15. Ma l’obiettivo non è gonfiare la gente di alcol. È offrire una serata accessibile a tutti». Non tutti sono così scrupolosi.


ANDREA ROSSI - 22.07.07 - lastampa.it

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!