Prostituzione, sos minorenni

Obiettivo: riunirsi e contarsi. Per confezionare, insieme, una proposta "al femminile" sull´emergenza prostituzione che costringe ragazze sempre più giovani, spesso bambine, sui marciapiedi della nostra città. All´appello bipartisan alle elette di Roma lanciato ieri dalla vicepresidente del consiglio comunale, Monica Cirinnà, hanno risposto in tante: dalla vicesindaco Maria Pia Garavaglia alle assessore capitoline Milano, D´Elia e Coscia; dalle assessore provinciali Monteforte e Agostini a quelle regionali Valentini, Rodano e Tibaldi, oltre a moltissime consigliere delle tre assemblee istituzionali e dei municipi.
Cercheranno di esserci tutte, oggi pomeriggio, nella sala del Carroccio in Campidoglio, dove sono stati invitati anche gli operatori che delle donne costrette a prostituirsi se ne occupano da anni: le cooperative sociali che tutte le notti prestano assistenza sulle vie a luci rosse più frequentate, dalla Salaria a piazza dei Navigatori; le associazioni del Buon Pastore; Telefono rosa. «Ma io mi auguro che ci saranno anche le esponenti del centrodestra», spera la Cirinnà: «Su temi delicati e complesso come questo abbiamo collaborato più volte, e ogni volta abbiamo dimostrato che quando le donne si uniscono sanno elaborare risposte forti e innovative». Tra le invitate, infatti, compare l´unica eletta della Cdl nelle tre assemblee del Lazio, Barbara Saltamartini si An, ma anche la responsabile dei giovani di Forza Italia, Beatrice Lorenzin.
«L´argomento da cui partiremo è l´emergenza minorenni», spiega ancora l´esponente dell´Ulivo. «Non è pensabile che chi va con una ragazzina di 12-13 anni non venga punito, perciò noi chiederemo che tale comportamento possa essere configurato come reato di pedofilia o di violenza sessuale». E siccome «la gran parte delle prostitute non lo fanno certo per libera scelta ma sono costrette a vendersi per strada, magari dopo essere state segregate e picchiate, bisogna immaginare un meccanismo di premialità in base al quale chi denuncia il racket possa essere protetta. Un po´ come i pentiti di mafia: non solo sottratte agli aguzzini, ma anche avviate su un percorso di formazione professionale, prefigurando magari accordi internazionali per fare sì che chi vuol rientrare nel suo Paese d´origine possa farlo nella massima sicurezza, personale e familiare». È chiaro che tutto questo discorso non può essere affrontato «con ordinanze sindacali», si rende conto l´esponente dell´Ulivo: «Ecco perché noi ci riuniamo. Per far sentire nostra voce, la voce delle donne che sono le prime vittime di questo fenomeno abbietto, per poi portare la nostra proposta al sindaco di Roma, perché la faccia propria e la perori davanti al Parlamento. Il nostro vero obbiettivo è aiutare le donne».


11/09/07 - espresso.repubblica.it

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