Sassari avvia il processo di decentramento del Ser.D.

Il direttore generale nella tarda mattinata di oggi ha incontrato una delegazione degli abitanti di Via Zanfarino e ha spiegato loro i progetti che riguardano il servizio dipendenze. L’Azienda sanitaria locale sta lavorando ad un progetto che presenterà alle amministrazioni comunali coinvolte


SASSARI - «Stiamo lavorando ad un progetto sul decentramento del Servizio dipendenze che presenteremo alle amministrazioni comunali coinvolte, quindi alla popolazione, perché vogliamo dare un chiaro segno di condivisione e non lavorare da soli». Così il direttore generale Giovanni Battista Mele questa mattina si è rivolto alla rappresentanza dei cittadini del quartiere di Via Zanfarino che, assieme al consigliere comunale di An, Giancarlo Carta, avevano chiesto un incontro al manager dell’Azienda sanitaria locale sassarese per avere delucidazioni sui progetti riguardanti il Ser.t. (Ser.d. secondo l’ultima definizione del Piano Sanitario regionale).

«È nostra intenzione operare entro la seconda metà di ottobre un decentramento del servizio – ha spiegato Mele – perché non si ripeta quanto, con il trascorrere degli anni, è avvenuto in Via Bottego. Il provvisorio trasferimento ‘tout cort’ della sede del Servizio Dipendenze nei locali situati nell’ex Villaggio San Camillo non farebbe altro che trasferire un problema da una zona all’altra della città. Poiché è possibile limitare l’accesso dei pazienti in trattamento presso un’unica sede, attraverso la realizzazione di succursali cittadine poste all’interno di strutture sanitarie, nelle quali si pratichi la terapia farmacologia sostitutiva, siamo impegnati nell’individuazione di un numero sufficiente di centri». San Camillo verrebbe quindi individuato come sede del Servizio in cui viene svolta l’attività di prevenzione per tutte le patologie che lo stesso segue.

L’obiettivo quindi è quello di diluire sul territorio il numero degli utenti che sono sottoposti a trattamento terapeutico farmacologico, circa 700 su 1400 pazienti seguiti, indirizzandoli su centri di distribuzioni più vicini alla loro residenza e, dove possibile, all’interno di strutture sanitarie. «Non dobbiamo dimenticare che si tratta di cittadini come noi – ha detto Danila Grazzini, responsabile del Ser.d. – e come tali devono essere considerati, garantendo loro assistenza anche all’interno di poliambulatori. Non dobbiamo identificare i tossicodipendenti come “i delinquenti” in quanto tutti gli utenti vengono avviati verso un percorso di reinserimento sociale e tri questo la maggior parte sono cittadini comuni, operai, professionisti ecc.».

La responsabile del Servizio inoltre ha ricordato che il decentramento del Servizio rispecchia anche gli obiettivi del Piano Sanitario regionale. «I pazienti – ha aggiunto Francesco Cattari, psicologo della direzione sanitaria – hanno il diritto a non essere identificati e catalogati, ecco perché è idonea la collocazione in strutture all’interno delle quali operano già servizi sanitari e si garantisce l’anonimato». Intanto la direzione dell’Azienda sanitaria ha avviato una serie di incontri con le amministrazioni comunali di Sassari e Sorso per acquisire la necessaria collaborazione all’individuazione degli spazi idonei per la collocazione di centri di distribuzione della terapia sostitutiva farmacologica. A Sassari alcuni spazi potrebbero essere individuati nel poliambulatorio di Via Tempio, dove sono già stati individuati dei locali idonei, e al quale a partire dalla seconda metà di ottobre faranno capo un centinaio di utenti residenti nei quartieri vicini. In questo caso i pazienti accederanno al centro esclusivamente in giorni prestabiliti, non tutti assieme quindi, e in orari concordati.

E se per questo sito la popolazione del quartiere ha espresso alcune perplessità relative alla sicurezza, Mele ha ricordato che i poliambulatori dell’Azienda sono inserti all’interno della rete dei poliziotti di quartiere. «La collocazione al centro della città – ha detto Mele – inoltre permette di assicurare il rispetto dell’ordine pubblico e scoraggia lo spaccio. Lo insegna Cagliari, dove il Ser.t. è al centro, ma anche Alghero, dove il Ser.t. è inserito all’interno del centro abitato e Ozieri, dove il Servizio è all’interno del poliambulatorio nel centro cittadino».

Su Porto Torres l’Azienda intende far partire un’attività di prevenzione per l’alcolismo e la dipendenza da videogiochi, patologie che la stessa amministrazione comunale ha segnalato ai vertici aziendali come in forte crescita, soprattutto tra i ragazzi dai 14 ai 16 anni. E se il consigliere comunale di Sassari ha chiesto per la città un maggiore decentramento del Ser.d., il direttore generale ha risposto che: «stiamo pensando di individuare in città almeno altri due punti di distribuzione, si tratta di un progetto che è in fase di elaborazione, che consideriamo flessibile e che pensiamo di presentare all’Amministrazione comunale per una discussione più ampia».


19.09.2007 - alguer.it

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