Turismo sessuale, De Barba rischia 12 anni

Questa mattina nel carcere di Verona l’interrogatorio di garanzia dell’indagato


TRENTO. Rischia dodici anni di reclusione Franco De Barba, il dipendente provinciale di 55 anni indagato dalla procura di Trento per aver abusato sessualmente di ragazzine orientali durante i suoi frequenti viaggi in Thailandia, Laos e Vietnam. Oggi è in programma l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Verona, dove De Barba si trova da lunedì pomeriggio, quando gli è stata notificata dalla polizia postale la nuova ordinanza di custodia cautelare. Oltre alla violenza sessuale su ragazzine minori di 14 anni gli vengono contestati i reati di pornografia minorile e prostituzione minorile.
Prudente, al momento, la linea della difesa: «Nessun commento sino a quando non avremo visionato tutti gli atti dell’inchiesta», ha detto l’avvocato Nicola Benvenuto, che con la collega Maria Anita Pisani difende De Barba da marzo, quando fu arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. I legali (che ieri hanno incontrato l’indagato) stanno preparando una memoria difensiva.
Questa mattina è in programma l’interrogatorio di garanzia nel braccio del carcere di Verona destinato alle persone accusate di pedofilia. Un «isolamento» dettato dalla necessità di tutelare l’incolumità dei detenuti per reati sessuali dalle «attenzioni» degli altri carcerati.
L’ex dipendente del Servizio antincendio rischia grosso se le accuse contenute negli atti dell’inchiesta dovessero essere confermate. La pornografia minorile prevede una pena fino a dodici anni e comunque non inferiore a sei.
I fatti contestati a De Barba sono gravissimi. Oltre alla pornografia minorile, il cinquantacinquenne dovrà difendersi dalle accuse di prostituzione minorile e violenza sessuale.Tutto è cominciato in marzo quando la polizia postale, nel corso di un’inchiesta sullo scambio on line di materiale pedofilo, si è imbattuta in un’utenza della protezione civile che, si è poi scoperto, portava alla caserma dei vigili del fuoco di Trento. Quell’utenza era in uso a Franco De Barba, che gli agenti sorpresero in flagranza mentre stava scaricando materiale pedopornografico. Dopo un periodo di custodia cautelare in carcere, De Barba aveva ottenuto i domiciliari presso il convento dei frati di Cles, in attesa dell’udienza di fronte al Gup del 27 settembre che, in teoria, di dovrebbe concludere con un patteggiamento.
L’inchiesta, coordinata dalla pm Alessandra Liverani, però non si è fermata. Già in marzo gli inquirenti sospettavano che nel pc di De Barba, grande appassionato di informatica e soprattutto di viaggi in paesi orientali (partiva una o due volte all’anno), si potessero nascondere delle sorprese. Gli investigatori hanno trovato catalogate nel computer del cinquantacinquenne centinaia di foto pornografiche, molte con ragazzine. Le immagini sono state definite in alcuni casi «raccapriccianti». Quelle foto, secondo gli inquirenti, sono state scattate da De Barba soprattutto in Thailandia con la macchina fotografica che aveva in uso dal Servizio antincendio della Provincia (e per questo è stato denunciato anche per peculato). Le date degli scatti corrispondono con i periodi di vacanza di De Barba, ricostruiti dagli agenti grazie ai timbri sul passaporto. C’è, poi, il diario segreto, trovato sempre sul pc di De Barba, dove l’indagato si vanta delle prestazioni sessuali con le ragazzine. Insomma, tanti indizi. Che, se confermati, costeranno a De Barba una pena severa.


20/09/07 - espresso.repubblica.it

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