Le "canne" più pericolose di quel che sembra

Secondo lo studio di una clinica psichiatrica svizzera, vi sarebbero preoccupanti connessioni fra gli spinelli e l'incremento della schizofrenia


Lo spinello gode di una vasta ”stampa” possibilista e, come il tabagismo e l'alcolismo, il consumo di cannabis è socialmente diffuso. Se in Italia il 24,2% degli adulti si dichiara fumatore di tabacco ed il 75% consumatore di alcool, è altrettanto vero che il 20% degli italiani ha ammesso di aver consumato cannabis.

Secondo altri dati, addirittura la metà degli studenti universitari ne ha fatto uso almeno una volta, ed un terzo ne fa uso regolarmente. Se poi parliamo di “fumo passivo” anche per lo spinello, è il 100% coinvolto in certi luoghi ed in certe occasioni, quando l’odore della cannabis sovrasta ogni altro.

L’occhio benevolo sostiene che l’attuale proibizione della cannabis produce tanti guai quanti ne causerebbe proibire tabacco e alcool, proibizione che aggraverebbe la situazione. Si regalerebbe alle organizzazioni criminali il monopolio del mercato del tabacco e dell'alcool, aumentando i loro proventi illeciti, come già fatto con la cannabis. Inoltre si criminalizzerebbero coloro che acquistano queste sostanze, addirittura arrestando coloro che vengono pizzicati con un numero di sigarette o bottiglie di birra che contengono una quantità più alta di nicotina o di alcool di quella consentita per uso personale.

Se oggi un lavoratore che fuma perde mediamente un'ora di lavoro al giorno, domani potrebbe perderne addirittura otto e più qualora finisse in prigione. Inoltre, i consumatori di tabacco e di bevande alcoliche, costretti a ricorrere al mercato nero, non avrebbero garanzie sul prodotto che acquistano, mettendo a rischio la loro salute più di quanto fanno oggi. Infine, i consumatori di tabacco e alcool, divenuti criminali, negherebbero di farne uso ai loro medici, impedendo così un'azione di informazione, di prevenzione e di cura di malattie derivate dal tabagismo e dall'alcolismo.

Chi è contrario alla depenalizzazione dello spinello ha ora una ragione in più per sostenere una linea che appare giusta teoricamente, ma paradossalmente tanto più difficile da realizzare quanto più è giusta e che forse richiederà uno sforzo di pragmatismo congiunto a un minor “buonismo”.

Secondo uno studio della Clinica psichiatrica universitaria di Zurigo, i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista specializzata «Schizophrenia Research», il consumo di canapa accresce il rischio di schizofrenie o altre psicosi. Per la ricerca sono stati analizzati statisticamente i dati delle ammissioni negli istituti psichiatrici del cantone di Zurigo, risalenti fino agli anni '70.

Gli studiosi hanno rilevato un notevole incremento della quota di malati fra i giovani maschi nel corso degli anni '90: nella fascia di età dai 15 ai 19 anni è triplicata e in quella dai 20 ai 24 anni è raddoppiata in brevissimo tempo. Nello stesso decennio si è constatato un netto aumento del consumo di droghe leggere. Fra i giovani uomini i consumi di cannabis sono diventati più frequenti e di quantità superiori «la cannabis appare meno insignificante di quanto generalmente supposto» finora, rilevano i ricercatori. Gli studiosi ritengono, pertanto, che il ruolo della canapa come fattore di rischio per malattie psichiche debba essere riesaminato. A loro avviso, coloro che presentano predisposizioni ereditarie a disturbi psichici dovrebbero rinunciare del tutto a consumare canapa.


25/07/2007 - iltamtam.it

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