Donazioni di sangue ancora insufficenti

Nonostante un costante aumento, non si riesce a raggiungere l'autosufficenza nella produzione di emoderivati


È costante la crescita del numero di donazioni di sangue in Italia. Nel 2006 è stato di circa 2.400.000 unità per il sangue intero e di 500.000 per le donazioni in aferesi, in cui si preleva tramite macchinari solo una frazione: plasma, globuli rossi, bianchi o piastrine.
I dati del registro nazionale sangue e plasma dell'Istituto Superiore di Sanità confermano un trend crescente iniziato nel corso degli ultimi anni. Le regioni italiane che hanno donato di più sono quelle del Nord-Ovest, con 414.000 donatori; al secondo posto le regioni del Nord-Est, con 348.000 donatori; al terzo posto le regioni del Centro, con 295.000, poi le regioni del Sud con 280.000 donatori. In coda le Isole con 156.000 donatori per un totale nazionale di 2.347.000 unità di sangue donate.
Questi numeri rendono l'Italia autosufficiente al 60% per la produzione di emoderivati. Nel 2006, circa 600.000 litri di plasma sono stati destinati all'industria farmaceutica per ricavarne albumina, IVIg, fattore VIII, fattore IX, protrombina, antitrombina. Le regioni del Sud sono al di sotto della media nazionale nella donazione di plasma per la produzione di emoderivati. Infine, dice l'Iss, l'indice di donazione (numero di donazioni l'anno) è rimasto invariato rispetto agli anni precedenti e si assesta a 1.6, anche se gli uomini possono donare fino a 4 volte l'anno e le donne fino a 2 volte l'anno.
Accanto alla incrementata raccolta di sangue è stato evidenziato anche un aumento dei consumi (alta specialità, trapianti, cardiochirurgia, allungamento della vita media) in tutte le regioni. Alcune (in particolare Lazio e Sardegna) non sono ancora in grado di soddisfare in modo autonomo il fabbisogno interno.


06/08/07 - iltamtam.it

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