Violenza sessuale senza penetrazione: no sconto di pena

La sentenza della Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un ragazzo che aveva palpeggiato il seno, i glutei e il pube di una giovane senza arrivare alla penetrazione


Roma, 7 agosto 2007 - Duro affondo della Cassazione sulla violenza sessuale. Niente sconti di pena per chi commette il reato, palpeggiando le zone erogene della vittima, senza arrivare alla penetrazione. Infatti, l'attenuante della minore gravità del fatto non scatta automaticamente se non c'è stata congiunzione carnale.


E' quanto affermato dalla Suprema Corte che, con la sentenza numero 32228 depositata oggi, ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un ragazzo che aveva toccato ripetutamente con violenza il seno, i glutei e il pube di una giovane, sotto la minaccia di non restituirle il cellulare se questa non avesse ceduto alle sue avances. Per questo il Tribunale di Nuoro, a gennaio 2005, lo aveva condannato a 2 anni e 4 mesi di reclusione con rito abbreviato, concedendogli soltanto le attenuanti generiche ma non quella specifica. Stessa sorte l'anno successivo di fronte alla Corte d'appello di Cagliari.


Contro questa decisione il ragazzo ha fatto ricorso in Cassazione puntando il dito, fra l'altro, contro la mancata concessione dell'attenuante della minore gravità del fatto. Ma i giudici della III sezione penale lo hanno respinto precisando che "l'assenza di penetrazione non basta di per sé a rendere meno grave il comportamento lesivo, giacché possono verificarsi casi di atti sessuali diversi dalla penetrazione che, per la loro reiterazione o per il contesto ambientale in cui si verificano o per altre circostanze, possono cagionare un danno maggiore di quello provocato dalla penetrazione. Ammettere un'equiparazione - continua il collegio di legittimità - tra la nuova violenza sessuale attenuata e i vecchi atti di libidine avrebbe comportato punizioni lievi per i comportamenti obiettivamente gravi in contrasto con l'inasprimento voluto dal legislatore. Per tale ragione si è imposta l'interpretazione giurisprudenziale e dottrinale che prescinde dalla penetrazione".


07/08/07 - qn.quotidiano.net

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