«Angelo curato in ospedale - Ha contratto l'epatite virale»

BOBBIO - «Angelo è stato male, purtroppo seriamente: ha contratto l'epatite virale». Aumentano le preoccupazioni per il giovane bobbiese bloccato in India dallo scorso 10 marzo, assieme all'amico Simone. Giovanni Falcone racconta che il figlio ha fatto per parecchi giorni la spola tra il carcere e l'ospedale. «Poi, per quattro giorni, Angelo è stato ricoverato a Mandi. Ora è ritornato nella casa protetta. Hanno detto che un po' si è ripreso e che è dimagrito, come se prima fosse stato grasso....».

La mobilitazione per riportare in Italia i turisti arrestati per una confusa vicenda di droga comunque non si ferma. Il consiglio comunale di Rotondella (Matera), paese d'origine della famiglia Falcone, ha sollecitato il ministero degli Affari esteri ad intervenire "per evitare un'ingiusta e prolungata detenzione" alla coppia di amici. Inoltre, la Casa della sinistra del Metapontino e la sezione di Rifondazione comunista di Policoro hanno organizzato un sit-in sul lungomare della città ionica e raccolto numerose firme da inviare al ministero degli Esteri. La manifestazione sarà ripetuta nei prossimi giorni anche in altre località.

La scorsa settimana, in Commissione Affari esteri, presieduta da Tana de Zulueta, il viceministro Franco Danieli ha riposto all'interrogazione "bipartisan" presentata dal parlamentare di Alleanza nazionale Tommaso Foti e da Ramon Mantovani (Prc). «Il caso è stato seguito fin dall'inizio con la massima attenzione sia dal ministero degli Affari esteri, sia dall'Ambasciata d'Italia a New Delhi. Un passaggio fondamentale della vicenda giudiziaria, sarà la conclusione della fase istruttoria che, conformemente alla normativa vigente in India, dovrebbe terminare al più tardi entro il prossimo settembre. Entro tale termine sarà disposto o meno il rinvio a giudizio degli interessati. Al riguardo, l'ambasciata ha di recente svolto un ulteriore intervento presso le competenti autorità locali per sollecitare una conclusione delle indagini quanto più rapida possibile». Foti si è dichiarato insoddisfatto per la risposta ricevuta dal rappresentante del governo: «L'accusa di detenzione di droga finalizzata allo spaccio è poco credibile.
I due connazionali non hanno carichi pendenti ed è stata loro estorta una dichiarazione non tradotta, alla quale i due italiani hanno affidato la propria speranza di libertà». Foti, così come il deputato Mantovani, ha auspicato una maggiore incisività del governo: «Una sola visita consolare ai due detenuti è insufficiente, il lavoro diplomatico in loco va rafforzato».

Michele Borghi - 7 Luglio 2007 - lliberta.it

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