Il caso Mammoli arriva al Ministro della Giustizia

La senatrice Dl
Baio Dossi ha scritto a Mastella: «Si apra un’inchiesta. Assurda la concessione
dei domiciliari ad un imputato di così grave reato». Intanto l’uomo, dal
carcere, nega tutto e annuncia denunce per calunnia

Nega tutto Angelo Mammoli, il 61enne imputato di pedofilia nuovamente
arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver violentato una testimone del
procedimento a suo carico e di aver provato a farle modificare la deposizione
ai suoi danni.

Secondo quanto riferisce il suo difensore, l’avvocato Antonio Maria Carlevaro,
l’uomo, che è tornato in carcere, avrebbe dichiarato durante il colloquio col
suo legale, di non aver abusato della donna e anzi di essere pronto a
denunciare per calunnia chi lo accusa. «Siamo pronti comunque – afferma
Carlevaro – ad impugnare questo provvedimento, dato che il Mammoli è
incompatibile, per il suo stato di salute, col regime carcerario».

Intanto però, mentre i carabinieri proseguono nelle indagini e in particolare
all’esame della documentazione sequestrata in casa dell’uomo, la vicenda è
balzata sulle cronache nazionali. Ieri il tg5, il telegiornale dell’ammiraglia
Mediaset, ha inserito in primo piano un servizio sul nuovo arresto di Mammoli
e contemporaneamente la senatrice della Margherita Emanuela Baio Dossi ha
inviato una nota al Ministro della Giustizia, Clemente Mastella. - «Sullo
scandaloso episodio in cui un imputato di pedofilia ha potuto, grazie agli
arresti domiciliari, compiere un altro grave reato di violenza ai danni di una
donna testimone d’accusa nel processo a suo carico – scrive la senatrice Dl -
sarebbe il caso di aprire immediatamente un’indagine seria sull’organo
sanitario, sui medici che hanno certificato lo stato di salute e sugli
organismi giudiziari che in base a tale certificazione hanno concesso gli
arresti domiciliari».

«La grave vicenda non può rimanere impunita - sottolinea Baio Dossi - vista la
gravità dei reati di cui è reiteratamente colpevole l’imputato e visto che
l’ulteriore violenza è stata commessa costringendo la donna a recarsi proprio
nell’abitazione dove sconta l’arresto domiciliare che avrebbe dovuto essere
vigilata dalle forze dell’ordine».

© Seapress S.r.l. - 07.07.07 - civonline.it

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