Stroncato da una pericardite, 14 indagati

È stata una pericardite a provocare il decesso per un presunto caso di malasanità del 24enne tarantino ricoverato al SS. Annunziata. È il primo risultato emerso dall’autopsia eseguita dal professor Luigi Strada e dal medico nominato dagli indagati, Marcello Chironi. Si tratta di un’infiammazione di una sottile membrana cardiaca che ha determinato la formazione di una quantità di liquido intorno al cuore, tale da impedire che questo svolgesse le sue regolari funzioni. Il giovane, lo ricordiamo, il 23 giugno scorso accusò forti dolori allo stomaco. La famiglia si rivolse alla guardia medica che consigliò il trasferimento al pronto soccorso per una sospetta appendicite degenerativa. Dopo le prime cure, i sanitari lo trasferirono al reparto di Nefrologia per un presunto problema ai reni, come indicato dai medici del 118, sebbene le cause del suo malore non fossero ancora chiare. Nel giro di una settimana, però, le sue condizioni sono peggiorate fino a sabato sera, quando è spirato improvvisamente. Una morte inspiegabile, secondo i familiari, che hanno denunciato il fatto alla Procura. Proprio la mattina del decesso, secondo la versione dei genitori al magistrato, il primario avrebbe disposto il trasferimento al Policlinico di Bari. Il giovane, infatti, non rispondeva positivamente alle terapie e non si riusciva a stabilire da cosa fosse affetto. Nel nosocomio barese sarebbe stato sottoposto ad esami più approfonditi. I medici, avrebbero raccontato i parenti, fino al giorno del decesso sostenevano che non si trattava di un caso preoccupante. Quello che il magistrato del Tribunale di Taranto, Vincenzo Petrocelli, intende appurare, è come il 24enne abbia contratto l’infiammazione e se si poteva riscontrare. Generalmente, infatti, i sintomi della pericardite possono ricordare quelli dell’angina o dell’insufficienza renale, ma la diagnosi precisa può essere effettuata solo con elettrocardiogramma o ecocardiogramma. Per queste informazioni, tuttavia, bisognerà attendere gli esiti degli esami nefrologici, tra un paio di mesi. Al momento sul registro degli indagati sono finiti in 14, tra medici e infermieri che hanno seguito, a vario titolo, la degenza della vittima. Un atto dovuto, naturalmente, fino a quando non sarà chiaro se ci siano state mancanze dei sanitari o se la morte del giovane era inevitabile. L’avviso ha avuto come obiettivo quello di consentire a ciascun medico di nominare un consulente di parte da affiancare al medico legale della Procura nelle operazioni autoptiche. La Procura ionica indaga anche su un altro presunto caso di malasanità verificatori in una clinica privata di Taranto: si tratta di un uomo di 71 anni morto a febbraio scorso, dopo un intervento per l’asportazione di una massa tumorale al colon. Già disposta la riesumazione e l’autopsia sulla salma. Sette i sanitari iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo. I familiari hanno chiesto di verificare le cause della morte, avvenuta sette giorni dopo l’intervento.

st.men. - 06.07.07 - ilmeridiano.info

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