Carta europea per la salute del cuore

Ritengo che nel mondo, specialmente nei Paesi progrediti, si sia sviluppata adeguatamente un'ampia attività di informazione e divulgazione in materia di cardiologia o meglio di salute del cuore. Almeno nelle fasce più evolute delle popolazioni sono ormai conosciute le regole principali dello star bene, prevenendo e combattendo le patologie socialmente più diffuse e pericolose, quali quelle cardiovascolari, oncologiche, respiratorie. Ormai, grazie anche all' azione delle Società medico-scientifiche e dei media, nonché a quella dei medici di famiglia, è difficile che non si sappiano le regole principali da seguire per realizzare comportamenti di vita cosiddetti "virtuosi" volti a minimizzare e contrastare quei fattori di rischio, che possono provocare eventi cardiovascolari di rilievo e di grande gravità, quali infarto del miocardio, ictus, ostruzioni cardiorespiratorie.

Molti sanno che pressione elevata, colesterolo in eccesso, obesità, fumo, sedentarietà sono fattori di rischio pericolosi che vanno combattuti. Fino a dover controllare il "girovita", che al disopra di una certa misura, può essere una "spia" di eventi cardiovascolari potenziali.

In pratica, però, occorre rilevare in qual modo ogni persona, quando è o si sente in buona salute, s'induca a seguire regole di prevenzione e quante persone, affette da malattie di cuore, riescano a seguire con costanza le norme della prevenzione secondaria, che –se seguite- possono determinare non solo la sopravvivenza, ma anche una buona qualità della vita del cardiopatico. E' difficile, ad esempio, indurre molte persone a seguire stili di vita razionali, ad effettuare controlli periodici sullo stato dell' organismo, ad evitare "trasgressioni" alimentari e stress psicologici di rilievo nel lavoro e nella vita sociale. Anche un uso eccessivo dell'attività politica o manageriale può determinare stress psicologici e diventare un fattore di rischio e del resto se ne sono viste le conseguenze in esponenti politici o managers che hanno subito eventi cardiovascolari con gravi conseguenze. E comunque gli stress psicologici riguardano diverse categorie di persone esposte a tali stress a causa del loro lavoro e quindi a rischio cardiologico.

Di recente, nel panorama della cardiologia, è intervenuta la "Carta europea per la salute del cuore", un documento razionale e ragionato che illustra gli aspetti delle patologie cardiovascolari con la riflessione che, sebbene la mortalità per tali malattie sia diminuita nei Paesi dell' Unione europea, resta il fatto che vi è un numero sempre crescente di individui che "convivono" con tali malattie. I costi di queste patologie pesano molto sull'economia dei Paesi dell'UE e si aggirano sui 169 miliardi di euro all'anno. E' stato anche precisato che un livello socioeconomico basso si correla ad una maggiore incidenza di mortalità.

Nel documento in parola non manca il noto elenco di cause che influiscono sulla salute del cuore, con la raccomandazione alle Istituzioni di creare un "ambiente favorevole" alla prevenzione (vi è anche il suggerimento di abbassare le tasse…) ed agli individui di trovare le "motivazioni utili per regolare lo stile di vita". Ai medici si raccomanda di sollecitare e contribuire a promuovere "campagne mirate" al fine di identificare precocemente le persone a rischio più alto.

Il documento contiene anche l'impegno ufficiale di coloro che lo hanno sottoscritto (si tratta di organizzazioni medico-scientifiche) a favorire la diffusione di questa Carta europea sul cuore. Nel delineare gli aspetti necessari a combattere le patologie cardiovascolari, vi è l' impegno "a lavorare in stretta connessione con tutti i promotori della Carta, a livello europea e nazionale, per arrivare ad un futuro più sano per il Cuore dell' Europa."

Non c'è che da prendere atto di questo impegno europeo, che per l' Italia dovrebbe anche includere gli aspetti conoscitivi ed organizzativi di quelle Istituzioni e strutture che operano per la salute del cuore, ma che risultano differenti da regione a regione, da Provincia a Provincia con una realtà, purtroppo, "a macchia di leopardo..."

A cura di: Raffaele Bernardini - cardionet.it

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