I segreti dell’etilometro

I segreti dell’etilometro: basta un soffio per inguaiarsi


Il Secolo XIX ha deciso di provare in prima persona coinvolgendo cinque povere cavie che in una giornata torrida hanno dovuto ingurgitare vino, champagne, cocktail, grappa e birra


Soffia. Soffia. Soffia. Dopo un giorno passato a respirare nell’etilometro, la morale è una: meglio non bere prima di guidare. Difficile, anzi, impossibile calcolare la quantità di alcol che si può assumere senza incorrere nelle sanzioni del codice stradale.


Sono troppe le variabili: peso, sesso, tempi, gradazione alcolica e funzionalità del fegato. Ma visto che in proposito circolano le più incredibili leggende metropolitane, Il Secolo XIX ha deciso di provare in prima persona coinvolgendo cinque povere cavie che in una giornata torrida hanno dovuto ingurgitare vino, champagne, cocktail, grappa e birra.


L’effetto, con trentadue gradi all’ombra, non è dei più piacevoli: la testa sembra gonfiarsi come un pneumatico. Il colorito passa dal salmone al fucsia. Ma l’importante era verificare, con l’aiuto degli uomini della sezione Infortunistica della polizia municipale, come reagisce la fantomatica macchinetta: l’etilometro, con quella pipetta nera che sembra un serpente pronto a morderti. Eccoci allora pronti a un approccio preliminare.


Questa volta perfettamente sobri. Sono le 12,45 quando le cinque “cavie” arruolate per l’occasione - Nicola, Astrid, Marco, Lucia e il cronista - provano a sperimentare l’esatta trafila di un automobilista pizzicato dai vigili. L’agente come prima cosa ti porge un apparecchio argentato, sembra un palmare e invece è un pre-test. Basta un soffio e si fa una misurazione approssimativa del livello dell’alcol (che, è bene ricordarlo, non deve superare la concentrazione di 0,50 grammi per litro di aria espirata).


Se la luce è verde, via libera. Se è rossa, si passa all’etilometro vero e proprio. E subito una prima domanda: che cosa succede se il conducente rifiuta di soffiare? Peggio per lui. Si becca una multa per non aver ottemperato alla richiesta e un’altra perché presumibilmente il livello dell’alcol è superiore al limite. Come dire: conviene essere beccati “positivi”. Sono oltre 4.000 i genovesi che nei primi sei mesi di quest’anno sono stati controllati dai vigili.


I conducenti che hanno superato i limiti sono 320 (l’8 per cento del totale). Ma ci sono altre sorprese: il 5,5 per cento delle donne controllate a Genova erano positive, un numero in netta crescita. Del resto il dato conferma quelli nazionali: su 20.753 guidatrici sottoposte all’alcoltest dalla Polizia Stradale, 1.130 avevano alzato troppo il gomito. Ma adesso è venuto il momento di fare sul serio: Nicola, 33 anni, un metro e novanta per 92 chilogrammi, ingolla 3 bicchieri di champagne.


Astrid (32 anni per 53 chili) butta giù una caipiroska (un cocktail di vodka e lime). Marco (52 anni per 71 chili) beve tre grappe che d’inverno gli farebbero sentire un gradevole tepore, ma oggi hanno l’effetto di un pugno di Mike Tyson. Lucia (21 anni per 42 chili) si accontenta di una birra piccola. Il cronista (38 anni per 87 chili) si affida a una più classica barbera, bevanda tipicamente estiva: quattro bicchieri. Sono le 15, quando (a mezzora dalla bevuta) si parte con il primo esame.


L’etilometro segna un livello di 0,64 per Nicola, che vorrebbe dire patente sospesa. Astrid vola subito a 0,78 (patente sospesa anche per lei). Marco conduce la classifica con 1,35 (a un soffio dal livello di 1,50 che comporta guai ancora più seri: sequestro più lungo e corsi di recupero). A Lucia basta una birra piccola per arrivare a 0,49, un centesimo di grammo in più e potrebbe salutare la patente.


Il cronista, invece, nonostante due terzi di bottiglia di barbera in corpo, non supera 0,44. Come dire che potrebbe guidare nonostante veda palazzi dalla forma ricurva e palme piegate verso terra. Figurarsi che cosa succede a quel 49,9 per cento dei “positivi” che hanno fermato l’etilometro a un livello tra il doppio e il quadruplo del limite... Ma che cosa ci dicono i primi test? Di sicuro il peso influisce, alle donne basta meno alcol per andare in tilt. Molto, però, dipende anche dal fegato: ci sono persone che assorbono quello che bevono e altre che invece se lo ritrovano tutto nell’etilometro. Impossibile fare calcoli.


I superalcolici, poi, hanno effetti immediati e pesanti. Ma anche vino e champagne riservano sorprese, come vedremo. Intanto i vigili dell’infortunistica, che purtroppo di incidenti ne hanno visto tanti, spiegano: «L’alcol riduce i tempi di reazione. Così ti ritrovi a frenare tardi e a fermarti venti, trenta metri dopo». Poca roba, direte, ma per passeggeri e pedoni possono fare la differenza tra uno spavento e un dramma. Non basta: «L’ebbrezza, oltre ai colpi di sonno, provoca l’effetto tunnel, in pratica il campo visivo si riduce».


I dati della polizia municipale, raccolti ed esaminati dalla sezione infortunistica, raccontano tante cose. Tra i bevitori prevalgono i giovani tra 21 e i 30 (330 su mille conducenti pizzicati). Al secondo posto ci sono i guidatori tra i 40 e i 50 anni (279 positivi). Tra i conducenti positivi, la concentrazione di alcol riscontrata più frequentemente (nel 49,9 per cento dei casi, appunto) oscilla tra 1 e 2 grammi. Certo, ci sono anche i recordman. All’Infortunistica c’è ancora chi ricorda un signore che mandò fuori scala l’etilometro registrando 4,20 grammi di alcol per litro di respiro: «Guidava, ma era praticamente in coma etilico. Non riusciva nemmeno a parlare, non trovava il cambio. All’ospedale lo hanno subito ricoverato».


Ma è tempo di riprovare. La legge prevede che il test vada ripetuto dopo cinque minuti. Le cavie del Secolo XIX aspettano mezzora con risultati sorprendenti: Nicola scende inaspettatamente sotto il limite (0,46). Astrid rimane nel mondo delle nuvole (0,82), così come Marco (1,29). Lucia sale invece a 0,53 (patente sospesa per una birra). E anche il cronista, che si sentiva al sicuro, vede il suo livello impennarsi: da 0,44 a 0,58. Il barbera lo ha tradito. Arrivederci patente. Morale: il momento dell’assunzione incide sul risultato del test. Se il tuo organismo assimila presto, ti liberi rapidamente dell’alcol. Ma saperlo è impossibile.


E le leggende che circolano tra gli automobilisti? Si dice che le medicine spray a base di alcol inquinano la misurazione. È vero. Il cronista con appena due spruzzi di Ventolin (farmaco contro l’asma) ha raggiunto quota 0,59. Ma dopo appena cinque minuti il livello era di nuovo sceso a zero. I furbi finto asmatici non possono utilizzare questo trucchetto. E il succo di mango che avrebbe effetti miracolosi cancellando le tracce di alcol dal respiro? Falso.


Il livello rimane inalterato (lo stomaco, però, non gradisce). Ma se hai bevuto, quando i vigili ti puntano addosso il beccuccio dell’etilometro, le tenti tutte, come quel ragazzo che si è mangiato un pacchetto intero di caramelle alla menta. L’alito alla fine era profumato, ma lui è tornato a casa a piedi lo stesso.


Non c’è soltanto l’alcol a provocare incidenti. Ci sono anche le droghe. La polizia municipale sta sperimentando adesso un nuovo kit che prelevando una goccia di saliva permette di scoprire subito se il conducente ha assunto cocaina, eroina, marijuana o anfetamine. Il kit costa 15 euro.

Ferruccio Sansa - 27/07/07 - ilsecoloxix.it

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