Terremoto in Giappone, sette morti

Roma - Sette morti, più di ottocento feriti, migliaia di evacuati e una fuga di acqua radiottiva dalla centrale nucleare più potente del mondo, quella di Kashiwazaki Kariwa. E' severo il bilancio del terremoto che ieri ha colpito il Giappone centro occidentale. Due scosse in tredici ore, la prima di magnitudo 6.7 e la seconda di 6.6 sulla scala Richter, che hanno provocato il crollo di decine di abitazioni nella provincia di Niigata, un lungo black out e la sospensione delle forniture di acqua e gas per migliaia di famiglie.


La prima scossa ha avuto epicentro al largo della costa di Honshu, a 49 chilometri di profondità, ed è stata registrata alle 10.13 locali (le tre del mattino in Italia).Una scossa devastante che ha fatto oscillare a lungo anche i grattacieli di Tokyo. A subire le conseguenze peggiori la città portuale di Kashiwazaki, dove il sisma ha fatto sette vittime (oltre 90mila gli abitanti). A trovare la morte nel crollo delle loro abitazioni in legno sono stati sette anziani (quattro donne e tre uomini, tutti fra i 70 e gli 80 anni di età) che non hanno avuto il tempo di fuggire.

Un'altra persona risulta tutt'ora dispersa. Ma assieme ai morti ci sono stati anche i feriti. In poche ore più di ottocento persone sono state trasportate nell'ospedale cittadino costringendo le autorità locali a lanciare una richiesta di soccorso per fare arrivare medici da altre zone del paese. A questo si è aggiunto l'allarme sanitario provocato dalle lesioni al sistema fognario e di fornitutra di acqua portabile alla popolazione, rimasta da ieri all'asciutto e in varie zone anche senza gas. Molte strade sono state deformate dalla forza del sisma, alcuni ponti sono rimasti danneggiati, i treni ad alta velocità sono stati costretti a fermarsi per verificare la tenuta delle rotaie, e anche l'aeroporto di Niigata ha chiuso i battenti per un controllo urgente delle piste. La costa è stata poi battuta da piccole onde di tsunami, per fortuna inferiori al metro.

A far davvero paura è stato invece l'incendio scoppiato, subito il dopo il terremoto, nella centrale nucleare alle porte delle città. Dagli impianti si sono levate alte colonne di fumo nero: immagini inquietanti che hanno fatto il giro del mondo e provocato l'immediato rientro a Tokyo del premier Shinzo Abe, impegnato a Nagasaki per la campagna elettorale. Il focolaio di incendio (sembra che a prendere fuco sia stato un trasformatore) è stato rapidamente domato.

In seguito alla scossa i sette reattori della centrale da 8.212 megawatt (la più potente del mondo) si sono spenti automaticamente; ma dopo un primo diniego, i vertici della Tepco (la società già finita sotto inchiesta nel 2002 per la falsficiazione di dati sulla sicurezza dei suoi impianti) hanno dovuto ammettere di essere stati obbligati a chiudere tre dei sette reattori. «Confermiano che c'è stata una perdita di acqua radiottiva dai circuiti di raffreddamento della centrale», ha dichiarato un portavoce della compagnia pur sostenendo che si è trattato di un rilascio esiguo: poco più di un metro cubo di acque irraggiate finite in mare. «La fuga è stata ben al di sotto dei livelli che potrebbero mettere a repentaglio l'ambiente», ha aggiunto lo stesso portavoce garantendo che nessun lavoratore è stato esposto alle radiazioni.

Più di ottomila persone hanno comunque trascorso la notte in ansia, rinchiusi nei centri di accoglienza allestiti dalla protezione civile. Una notte che alle 23,15 locali ha visto riesplodere la paura con una seconda scossa di terremoto, sempre con epicentro nel Mar del Giappone, stavolta a 33 chilometri di profondità. Un evento «non eccezionale» dicono gli esperti che in mezza giornata hanno contato oltre venti potenti scosse di assestamento.

Natalia Andreani - 17.07.07 - liberta.it

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