Anoressia…un male guaribile…

Ciao a tutti amici di caffeNews qualche tempo fa trattai un argomento molto spiacevole…ma interessante…..l’anoressia, una malattia che come ho scoperto colpisce più donne che uomini, ma adesso cresce tanto il numero di ragazzi che giovanissimi soffrono di questa malattia che può essere curata….


stavo guardando la homepage di Libero quando mi sono imbattuta in questa intervista fatta ad una ragazza anoressica…ve la ripropongo…


«È iniziato tutto improvvisamente: era l’estate dopo la terza superiore. Mi sentivo insoddisfatta, mi confrontavo spesso con altre ragazze che mi sembravano più contente di me e attribuivo la loro felicità al loro aspetto fisico: erano magre e belle». Così si confessa, dietro a un nickname, t1983, giovane ragazza (24 anni) della provincia di Cremona che ha provato sulla sua pelle l’anoressia, e ne ha parlato nel blog “Una gran compagnia“. Ha studiato da geometra e lavora in uno studio di ingegneria. Vive con la mamma, la sorella di 10 anni e il fratello di 18.


Raccontaci la tua storia dal principio
Voglio precisare che non ero né grassa né brutta. Avevo anche io i miei corteggiatori a scuola. Avevo solo quel paio di chiletti in più, ma da un giorno all’altro, all’improvviso, quei due chiletti allo specchio mi sembravano 200. Sono partita il primo giorno da 63 kg per arrivare, dopo un mese e mezzo, a toccare i 40 kg scarsi.

Eri consapevole di essere malata? Molte persone non riescono ad ammetterlo e lo negano
Sì, ero consapevole e purtroppo ero consapevole anche che volevo ammalarmi sempre di più perché significava dimagrire di più. Chiaramente davanti agli altri dicevo di stare bene, di non essermi mai sentita meglio, ma dentro morivo, stavo davvero male. Sentivo la vita spegnersi giorno dopo giorno, grammo dopo grammo.


Volevi guarire ? O era forte il senso di abbandono, la voglia di mollare tutto
In principio no, di guarire non mi importava nulla, perché guarire voleva dire tornare a mangiare e per me il cibo era un mostro, una bestia terrificante, ero terrorizzata dal cibo. Il senso e la voglia di mollare erano sempre presenti. A volte mi dicevo che forse sarebbe stato meglio morire cosi non avrei dovuto lottare una vita per essere magra: non avrei dovuto più soffrire.


Ti vedevi grassa anche quando eri magrissima?
Lo specchio dava sempre la stessa immagine: una grassa balena di 40 kg scarsi. Sì, mi vedevo sempre molto grassa, ero sempre insoddisfatta. L’unico strumento che mi riempiva di gioia era l’ago della bilancia che ogni giorno, andava sempre più verso sinistra.


Cosa c’era dietro, secondo te a posteriori?
Tanti preconcetti sbagliati. Tanti stereotipi che inconsciamente ci vengono proposti come ideali da seguire. Tanta ignoranza e tanta ingratitudine, per accettarci come siamo, per apprezzare il dono della vita in quanto tale. Tanto materialismo.


Uscivi, avevi vita di relazione in quel periodo o ti annientavi in solitudine?
No, quell’estate ricordo di essermi isolata al massimo. Non uscivo, non parlavo, non ridevo. Facevo fatica anche a stare a casa. Avrei voluto trovarmi in un eremo.


Come e quando ne sei uscita? Con l’aiuto di che figura? Un medico?
Ne sono uscita grazie alla forza di volontà mossa dal dolore che vedevo provare a chi mi circondava. Sentivo che stavo morendo, e credo che di lì a poco sarei morta se non mi fossi data una mossa. Sentivo la mia vita affievolirsi e allontanarsi. Vedevo mia madre soffrire e piangere. Mio padre preoccupatissimo, la mia sorellina allora piccola e mio fratello soffrire anch’essi. L’ho fatto più per loro che per me forse. Ne sono convinta. Mio padre si alzava con me alle 5 tutte le mattine prima che andassi a scuola, per aiutarmi a fare colazione, per aiutarmi ad affrontare quel mostro che era il cibo e mia madre mi aiutava durante il giorno. A scuola c’era chi lottava per me e con me.
Ero arrivata a non volere toccare la forchetta perché era un oggetto che mi faceva una paura tremenda, ma oggi per fortuna sono qua a raccontarlo.


Da allora non ci sei più cascata, nemmeno avvicinata?
Molte volte ci ho ripensato, sono convinta che non si esca mai più definitivamente, ma bisogna imparare a convivere con questo male, e annientarlo prima che ci annienti lui. Ogni tanto si fa vivo e ci prova a riportarmi con sé, ma io faccio finta di niente e non lo ascolto.


E nella vita normale, oggi, mangi regolarmente?
No regolarmente no, non riesco. Però mangio, non in maniera abbondante perché da allora, non sono mai più riuscita ad abbuffarmi, però ho migliorato il mio rapporto col cibo e ora sono tranquilla.


Cosa provi quando vedi una ragazza “pelle e ossa” oggi?
Di primo acchito, sarò sincera, il primo pensiero è quello che mi fa dire, “Come la invidio lei ha avuto la forza di dimagrire fino a quel punto”. Poi per fortuna mia rinsavisco e penso “Ma che dici?” “Quanto deve soffrire” e spero si renda conto il prima possibile di tornare indietro.


Cosa consiglieresti a una giovane che è caduta in questo tunnel?
Accettatevi per come siete. Ringraziate il cielo di avervi regalato la vita. È un dono troppo prezioso per essere buttato via per stereotipi assurdi che si è creato l’uomo. Troverete chi vi saprà amare e accettare semplicemente per quello che siete.


http://liberoblog.libero.it/storie/bl7263.phtml


03/08/07 - caffenews.wordpress.com

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