Bullismo: la scuola è finita ma i soprusi continuano

(DIRE) ROMA - Nonostante la fine dell'anno scolastico, continuano i soprusi tra i minorenni e continuano a verificarsi atti di bullismo. Un fenomeno sempre più in crescita e che non si manifesta solo nelle scuole ma anche all'interno di altri luoghi comunemente frequentati dagli adolescenti. Per combattere il fenomeno Codici ha avviato azioni a sostegno delle vittime del bullismo nel territorio nazionale. E' dal mese di gennaio, infatti, che sono attivi gli sportelli nelle sedi di Milano, Pescara, Pistoia e Napoli e Roma, dove operatori professionisti, come psicologi, sociologi e legali, offrono supporto e sostegno alle vittime ed alle loro famiglie.

"Quello del bullismo - afferma il segretario nazionale del Codici, Ivano Giacomelli- è un fenomeno sociale che si manifesta in diverse forme: da quelle verbali a quelle fisiche, sessuali e psicologiche. L'obiettivo del bullo è quello di danneggiare la vittima con prepotenze dirette o attraverso la diffusione di calunnie e pettegolezzi sul suo conto. Oggi si parla anche di 'cyberbullying', ovvero ingiustizie e sopraffazioni veicolate attraverso i new media (sms, foto, o video clip, e-mail, chat e altro), protagonisti indiscussi delle ultime vicende inerenti il fenomeno". Da gennaio ad oggi, sono arrivate agli sportelli del Codici circa 15 telefonate al giorno, il 75% delle quali giunge da familiari e educatori, mentre solo il 15% di esse proviene dagli studenti e dagli alunni.

"Le telefonate - spiega il segretario nazionale del Codici - anche se diminuite rispetto ai mesi invernali, continuano ad arrivare anche in seguito alla chiusura delle scuole. Segnale che gli atti di bullismo si manifestano anche nelle piazze e nei giardini pubblici delle città, luoghi in cui si incontrano gruppi di minorenni". L'elemento preoccupante, inoltre, aggiunge il segretario, "è che gli atti di violenza raggiungono spesso una dimensione tale da essere penalmente perseguibili, come nel caso specifico di Enna. Mentre la matrice di tali atteggiamenti sembra essere, in primis, quella della non accettazione della diversità (sessuale, handicap, colore della pelle)". E cita il caso di Pescara, dove al momento i casi recepiti sono 8, di cui uno ha portato all'istituzione di un processo penale, 5 sono seguiti dallo psicologo e 2 dallo sportello con delle azioni stragiudiziali. I fatti coinvolgono giovani tra i 13 e i 15 anni e riguardano principalmente denunce di tentato stupro, minacce, insulti, atti violenti.

04.07-2007 - diregiovani.it

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