Pensioni, si tratta sugli incentivi

Un mix tra incentivi e innalzamento di un anno dell'età pensionabile, in alternativa allo scalone della legge Maroni. La proposta che il Governo presenterà ai sindacati porta a 58 anni l'età pensionabile nel 2008, con un incremento dell'1% degli incentivi già previsti per chi resta al lavoro (che salirebbero al 3%), e una verifica al termine del triennio. In questo modo verrebbe anche superato il problema dell'individuazione dei lavori usuranti.Ma c'è un'altra novità:gli incentivi non arriveranno in busta paga ma nel futuro assegno pensionistico. Questa proposta verrà illustrata oggi al sindacato. Il Governo non intende «incentivare la retribuzione — ha spiegato il ministro Cesare Damiano —, noi diciamo: avrai una pensione migliore facendo del bene a te stesso con una pensione più alta, a tuo figlio perché non gli sottrai risorse e al sistema perché resta in equilibrio».

Il nodo da sciogliere riguarda la fase successiva ai tre anni di sperimentazione, quando dovrebbe scattare un innalzamento automatico dell'età, se i risparmi saranno insufficienti. Il Tesoro sollecita una preventiva quantificazione finanziaria dei risparmi con un meccanismo di salvaguardia. Ma questo vincolo non piace alla Cgil, mentre la Uil è più possibilista e la Cisl è disponibile.

Di questa proposta, avanzata dal ministro Damiano, si parlerà nell'incontro al ministero del Lavoro convocato per individuare la platea di beneficiari dell'una tantum di 900 milioni destinati per il 2007 alle pensioni basse da contribuzione (che diventano 1,3 miliardi nel 2008). Un apprezzamento è stato espresso dai tre leader sindacali, Epifani, Bonanni e Angeletti che ieri hanno chiesto di «riaprire rapidamente il confronto, a partire dal tema del miglioramento economico delle pensioni più basse », per «chiudere al più presto l'intero pacchetto dei problemi rimasti aperti ».

Se al tavolo verrà registrato un avvicinamento, è previsto un round definitivo in settimana per chiudere la partita a Palazzo Chigi. Il ministro Damiano che é impegnato domani a Torino per la presentazione della nuova 500 e poi in Portogallo per il Consiglio dei ministri del lavoro della Ue, potrebbe rivedere l'agenda e tornare a Roma giovedì. In caso contrario, la trattativa per cercare l'affondo al tavolo sulle pensioni riprenderà la prossima settimana.

Alla vigilia dell'incontro il ministro dell'Economia,Tommaso Padoa Schioppa, ha auspicato che in tema di pensioni si affermi una sensibilità «ambientalista attenta agli sprechi», per «non rompere gli equilibri naturali tra le generazioni ». Il presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo, considera «antistorico» cambiare «le leggi Dini e Maroni per fare delle scelte che ci allontanano ulteriormente dall'Europa e che rischiano di appesantire la spesa pubblica».

Resta aperto il problema politico con Rifondazione: «mi auguro che quella del ministro Damiano, non sia l'ultima proposta» ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico, Alfonso Gianni, sottolineando che «nel programma dell'Unione c'è scritto che lo scalone va eliminato». Tra i sindacati è soprattutto la Cgil — che per domani ha convocato il direttivo — a premere per una chiusura rapida della vertenza sullo scalone. «La proposta Damiano è una buona base di partenza — spiega Morena Piccinini—.

Resta il problema con la Ragioneria che vuole ottenere gli stessi risultati dello scalone, che per noi è inaccettabile». Più ottimista Pier Paolo Baretta (Cisl): «Se verrà perseguita la proposta Damiano credo ci siano le condizioni per chiudere in tempi rapidi — sostiene —. Non penso che la quantificazione preventiva dei risparmi possa compromettere l'accordo ». Mentre Domenico Proietti (Uil) pur «apprezzando la soluzione degli incentivi», segnala «l'assenza di rispostedal Governo sulla detassazione degli aumenti contrattuali legati alla produttività » che «è condizione irrinunciabile per un accordo complessivo ».

Quanto alla rivalutazione delle pensioni più basse da contribuzione, si sta ragionando sulla soglia minima dei 600 euro, che riguarderebbe 3 milioni di pensionati che avrebbero così circa 300 euro a ottobre per il 2007 e 40 euro di aumento al mese per il 2008. Potrebbero essere fissati ulteriori paletti per delimitare la platea ai "soli" over 65 (per uomini) e over 60 (per donne). In questo caso la cifra salirebbe. «Pur trattandosi di risorse insufficienti — sostiene il leader dei pensionati della Cisl, Antonio Uda — è importante che venga avviato il ragionamento sulla rivalutazione delle pensioni ». Ma sullo scalone non è solo la sinistra radicale a far sentire la propria voce.

Sull'altra sponda, a frenare rispetto a una revisione del sistema pensionistico è il ministro delle Infrastrutture,leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, «anche alla luce del fatto che a 58o 60 anni le persone sono in piena efficienza psico-fisica e non si può pesare sulle spalle delle generazioni future ». E il ministro delle Politiche comunitarie, Emma Bonino, aveva preannunciato domenica un voto contro l'ipotesi dei 58 anni, giudicando «sbagliato e marginale »l'obiettivo di superare lo scalone: «Spendere tra i 5-7 miliardi per un problema che riguarda 120 mila persone é una follia».

di Giorgio Pogliotti - 3 luglio 2007 - ilsole24ore.com

Nessun commento:

Basta guerre nel mondo!