Ecco l'identikit degli steward per la sicurezza dentro gli stadi

Età compresa tra i 21 e i 50 anni, buona salute fisica e mentale, assenza di daltonismo, assenza di uso di alcol e stupefacenti, capacità di espressione visiva, di udito e di olfatto, assenza di elementi psicopatologici anche pregressi, prestanza fisica adeguata alle mansioni da svolgere.

ROMA - Età compresa tra i 21 e i 50 anni, buona salute fisica e mentale, assenza di daltonismo, assenza di uso di alcol e stupefacenti, capacità di espressione visiva, di udito e di olfatto, assenza di elementi psicopatologici anche pregressi, prestanza fisica adeguata alle mansioni da svolgere: sono i requisiti fisici che dovranno avere gli steward, ovvero i nuovi addetti alla sicurezza negli stadi, che affiancheranno le forze dell’ordine, istituiti con il recente decreto legge approvato dal Parlamento contro al violenza negli stadi. Requisiti, modalità di selezione e corsi di formazione sono contenuti nel decreto ministeriale all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. «Il decreto - ha sottolineato il relatore, Giannicola Sinisi (Ulivo) - segna un passo importante nella gestione dell’ordine pubblico negli stadi, perchè affida finalmente alle forze di polizia il ruolo che per legge gli compete, ordine e sicurezza».

La presenza degli steward è prevista per gli stadi con capienza superiore alle 7.500 unità; sono stati quantificati in almeno uno ogni 150 spettatori effettivi ovvero uno ogni 250 spettatori in relazione alla capienza dello stadio. E’ prevista anche «un’adeguata presenza di personale femminile». Saranno organizzati in squadre di 20 unità, guidata ciascuno da un "capo unità", l’organigramma prevede anche un "coordinatore di settore" per ciascuna area o settore dello stadio, un "responsabile di funzione" per ciascuna delle funzioni operative affidate agli steward e, al vertice della piramide, un "delegato per la sicurezza".

Gli steward saranno selezionati, dopo una prova preliminare e test attitudinali che accertino il «livello di conoscenza generale, la capacità di espressione verbale, il grado di conoscenza della lingua inglese, la capacità di concentrazione, di autocontrollo e di stabilire contatti con il pubblico, l’attitudine ad esercitare le funzioni di sicurezza da svolgere». Dovranno quindi seguire dei corsi di formazione ed addestramento, curati dalle società sportive, su diverse aree tematiche: dall’area giuridica, all’ordine pubblico, all’area tecnica relativamente all’impianto dove operano. Il decreto riporta anche il minimo di ore di formazione previsto per ogni livello professionale. Gli steward, naturalmente, dovranno avere la fedina penale immacolata e presupposto indispensabile per il loro effettivo impiego è l’esistenza di una copertura assicurativa per gli eventuali infortuni. Il delegato per la sicurezza, tre giorni prima della manifestazione sportiva pianificherà il loro impiego in base a un piano approvato dal "Gruppo Operativo Sicurezza". Il loro raggio di azione sarà ampio: si va dall’attività di bonifica, con un’ispezione preventiva dello stadio prima dell’apertura al pubblico, alle attività di prefiltraggio e filtraggio, con il presidio dei varchi di accesso per verificare la validità dell’intestazione dei biglietti e contrastare l’introduzione di oggetti o strumenti illeciti, alla vigilanza all’interno dell’impianto sportivo durante la manifestazione. In caso di violazione del regolamento d’uso, ma solo quando è prevista la sola sanzione amministrativa pecuniaria sono tenuti a segnare l’identità del trasgressore e segnalarla ai pubblici ufficiali. Il decreto indica anche a abbigliamento e dotazione degli steward: indosseranno un giubbotto senza maniche, giallo o arancione, con la parola STEWARD all’interno di un riquadro blu; in dotazione avranno: scarpe, berretti e/o elmetti, l’organigramma di tutti gli addetti alla sicurezza, la pianta del settore occupato con l’indicazione delle vie di fuga ed eventuali punti sensibili, e il piano di emergenza e le procedure di evacuazione dello stadio. «I poliziotti - ha spiegato il relatore Sinisi - diventano le strutture portanti di un sistema che per troppo tempo ha visto un limite fondamentale nella non separazione dell’organizzazzione dei pubblici eventi dalal responsabilità della sicurezza negli stadi. Le società sportive, infatti, pianificheranno gli spettacoli e le forze di polizia garantiranno l’ordine pubblico, con ciò qualificando il lavoro del poliziotto in modo sostanziale».

3/7/2007 - lagazzettadelmezzogiorno.it

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