Alcol e velocità, emergenza a Como

Alcol e velocità, emergenza anche a Como


Intanto dalla classifica del «Sole-24 Ore» emerge che le infrazioni dei lariani alla guida sono qualitativamente gravi

Nell'ultimo fine settimana ritirate sei patenti. Raffica di multe
Sei patenti ritirate, due delle quali per guida in stato di ebbrezza. E altre 25 multe per eccesso di velocità. È il bilancio dell'ultimo week-end di controlli della polizia locale di Como, che dall'inizio dell'estate ha cominciato a monitorare le grandi vie cittadine con telelaser ed etilometro. I numeri crescono: nel precedente fine settimana le patenti ritirate erano state 4, 16 invece le multe. A questi dati, si aggiungono poi i rilevamenti del Sole-24 Ore, che ieri ha pubblicato le graduatorie nazionali sul numero dei punti decurtati provincia per provincia: Como è nella seconda metà della classifica.

Sul Lario, il numero delle infrazioni che tolgono punti sulla patente è più basso rispetto ad altre realtà nazionali e regionali. Sorprende, però, il valore comasco alla voce «punti detratti per ogni infrazione» (3,89), tra più alti a livello regionale. Questo significa che, tendenzialmente, i comaschi commettono sì poche infrazioni ma gravi, infrazioni che portano alla decurtazione di parecchi punti.

Migliora, invece, la situazione lariana in merito alle patenti 'azzerate', cala cioè il numero di conducenti che hanno commesso tante infrazioni da esaurire la propria scorta di punti. Siamo oltre metà classifica nazionale, e praticamente agli ultimi posti in Lombardia (davanti soltanto a Mantova, Brescia e Bergamo).

Dal quadro del Sole-24 Ore sull'imprudenza al volante, quindi, Como emerge con risultati sostanzialmente positivi. A prescindere da questo tipo di statistica, le cronache locali in questo periodo sono state troppo spesso occupate da incidenti mortali. Tre nell'ultima settimana. Diciannove da inizio anno.
L'ultimo sabato sera, a Merone, dove Giuseppe Vecchietti, 36 anni, operaio di Erba, ha perso la vita in moto. Nel 1989, il fratello Gianluca, era morto travolto da un'auto pirata davanti a Lariofiere. E mentre il Piemonte piange una ragazza investita da un automobilista ubriaco, il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, proporrà nel Ddl in discussione al Senato il sequestro della macchina a chi guida in stato di ebbrezza.

«Non sono d'accordo - commenta Vincenzo Graziani, comandante della polizia locale di Como - in questo modo, infatti, si colpirebbe il veicolo e non la persona. Se una persona ha i soldi per comprare un'altra macchina, il sequestro è inutile. Piuttosto, se l'incidente è causato dallo stato psicofisico (alterato, ndr), il conducente per qualche anno non dovrebbe più vedere la patente. Poi, se si tratta di un recidivo, si potrebbe arrivare al ritiro a vita. Continuo a sostenere che dei tre fattori - strada, mezzo e uomo - il terzo è ancora quello con la maggior responsabilità negli incidenti. Bisogna aumentare la vigilanza e tornare ai posti di controllo regolari, poiché oggi una persona può fare chilometri e chilometri senza incontrare una pattuglia. Spesso poi, l'eccesso di sicurezza fa dimenticare le misure di prudenza. Un'ultima riflessione - conclude Graziani - i mezzi vanno revisionati ogni 4 anni. Farei lo stesso anche per le patenti, sottoponendo i cittadini a controlli periodici».

Ivana Canavesio è perplessa tanto quanto Graziani sul sequestro dell'auto, ma punta sull'educazione dei ragazzi. Sul «cambiare le teste», nel senso di insegnare ai conducenti di domani rischi e cautele della strada. Responsabile comasca dell'associazione Per una strada che non c'è, Ivana nel 1999 ha perso una figlia di 25 anni, investita sul marciapiede da un 45enne senza patente. Tra pochi giorni saranno trascorsi 8 anni dalla tragedia. L'investitore di sua figlia è morto in carcere e lei, oltre ad aver accettato un dolore così grande, oggi si impegna per far sì che queste tragedie siano sempre meno frequenti. «La migliore sensibilizzazione si fa con i ragazzi alla 'vigilia' del motorino. Domani guideranno uno scooter, dopodomani un'auto. Al di là di questa attività - prosegue Ivana - bisogna chiedersi perché nel resto d'Europa i morti sulla strada sono diminuiti, e da noi sono aumentati. A parere mio manca una sorta di certezza della pena: il reato che può essere imputato a un investitore è omicidio colposo, se è incensurato non va nemmeno in carcere. Ma senza arrivare a questi casi limite, basterebbe una pena certa per gli episodi più gravi: se prendi l'auto senza patente, o ubriaco, anche se non combini nulla e vieni scoperto, fai 48 ore di carcere. Solo due giorni, ma veri».

Andrea Bambace - 17.07.07 - corrieredicomo.it

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