Coca dai cartelli colombiani a prezzi stracciati

Aveva agganci diretti coi cartelli colombiani la banda di narcotrafficanti romani smantellata ieri, all’alba, dalla guardia di finanza alla Magliana. Anello di congiunzione della catena con rotta Sudamerica-Roma per un giro d’affari milionario, una colombiana di 27 anni sposata con N. T., 29 anni, uno degli otto arrestati. Grazie alle sue conoscenze dirette, senza avere bisogno di intermediari, il sodalizio riusciva a finanziare carichi e a importare droga senza costi aggiunti, tanto da rivenderla sulla piazza romana a prezzi stracciati. Riuscendo, così, in breve tempo a conquistarsi una consistente fetta del mercato a sud della capitale.

Alla porta dell’abitazione della coppia italocolombiana gli uomini delle fiamme gialle del comando provinciale hanno bussato alle prime luci del giorno. Con i cani al guinzaglio, i berretti verdi hanno perquisito decine di appartamenti, cantine e garage, finendo per mettere i «ferri» ai polsi di altri quattro romani, di una connazionale della donna e di un cittadino venezuelano. Tutti perlopiù incensurati, abituati a muoversi tra loro con circospezione, ricorrendo al minimo all’uso di cellulari e di altre utenze telefoniche per non incappare nelle intercettazioni degli inquirenti, spostandosi spesso in prima persona per l’organizzazione dei viaggi dei corrieri.

«L’operazione prende avvio nel maggio di due anni fa - spiega il capitano Carlo Zito - quando blocchiamo una staffetta di 120 chili di hashish su una berlina diretta a Roma. Arrestiamo quattro persone, i corrieri effettivi e due “pali” a bordo di una seconda vettura. Da quel momento cominciano le indagini per risalire a chi aveva finanziato la partita. Mesi di pedinamenti, alla caccia delle confidenze giuste per risalire alla gang con base romana e l'altro giorno, finalmente, l’ok della Procura di Roma all’emissione delle otto ordinanze di custodia cautelare».

Il gruppo, dopo il colpo incassato a maggio 2005, molla il traffico di hashish e passa a quello della coca. Nel frattempo, i finanzieri riescono a intercettare e a fermare undici «ovulatori», corrieri addestrati nelle scuole di Bogotà per ingoiare involucri in lattice contenenti la droga da espellere appena messo piede in Italia. Quando arrivano all’aeroporto di Fiumicino c’è già chi li attende per accompagnarli in lussuosi alberghi della Capitale. L’organizzazione si fa sempre più attenta, scrupolosa. Ma è costretta a spostare la sua rotta dalla Colombia al Venezuela e la Spagna diventa un passaggio obbligato. A occuparsi dei rapporti coi fornitori, della fitta rete di collaboratori, di raccogliere i proventi e di saldare i corrispettivi pattuiti coi sudamericani era S. G., 30 anni, mente e braccio operativo della cellula della Magliana. Per tutti, accusati di traffico internazionale di stupefacenti, si sono spalancate le porte del carcere di Regina Coeli, quelle di Rebibbia per le donne. Dieci i chili di coca, pura al 90 per cento, sequestrati dalle fiamme gialle che, una volta tagliati e consegnati ai pusher locali, avrebbero fruttato almeno tre milioni di euro.


di Alessia Marani - mercoledì 18 luglio 2007 - ilgiornale.it

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