Violentava le due figliolette

Violentava le due figliolette: sei anni di carcere


Per mesi le ha sottoposte a continue
angherie. Botte e minacce alla moglie SERMIDE. Un marito e padre-padrone. Un
violento nei confronti della moglie; un mostro per le due figliolette - una di
11 e l’altra di 13 anni - costrette a subire i più squallidi degli abusi
sessuali. Che si sono protratti per mesi e mesi. «Prima venite con me, poi vi
sposate», l’agghiacciante racconto in aula delle due ragazzine tra le lacrime.
Ieri l’orco, un 46enne di Sermide, per tutta questa serie di nefandezze, è stato
condannato a 6 anni e 6 mesi di carcere con l’interdizione perpetua dai pubblici
uffici. E’ stato inoltre dichiarato decaduto dalla patria potestà.

Dovrà, inoltre, risarcire il danno alla moglie e alle due figlie, costituitesi
parte civile con l’avvocato Cristina Tarchini. Danno da quantificare in separato
giudizio. Intanto il Collegio giudicande - presieduto da Cristina Ardenghi - ha
disposto una provvisionale di 4 mila euro per il coniuge e 8 mila ciascuna per
le ragazzine. Così come aveva concluso il legale. Dei 6 anni e mezzo inflitti,
il tribunale ne ha condonato uno relativamente ai reati minori contestati. Il
pubblico ministero Marco Martani di anni ne aveva chiesti 7 ritenendo le
attenuanti generiche equivalenti alle contestate aggravanti. L’imputato, era
accusato di maltrattamenti, lesioni e violenza sessuale.

Il suo difensore Paola Spadini aveva chiesto l’assoluzione per gli abusi sulle
figliolette per mancanza di prove, e il minimo della pena per gli altri reati,
con le attenuanti generiche prevalenti. In precedenza il tribunale - su
richiesta della pubblica accusa - aveva disposto per l’imputato - del quale non
riferiamo il nome a tutela delle figliolette - il divieto di dimora nel Comune
di Sermide per evitare l’eventuale reiterazione dei reati. Che sono venuti alla
luce nell’ottobre di due anni fa ma che - da quanto sarebbe emerso - si
protraevano da parecchio tempo. E’ stato quando ha brutalmente picchiato la
moglie afferandola per i capelli, scaraventandola a terra stringendole la gola
nel tentativo di soffocarla. Come se non bastasse - sempre secondo l’accusa - le
ha appoggiato la testa su un ceppo di legno minacciandola di ucciderla mediante
il taglio della testa, brandendo un’accetta. Nel corso dell’aggressione, la
donna ha riportato lesioni giudicate guaribili in una ventina di giorni.

Ma ancora più gravi sono stati i comportamenti nei confronti delle due
figliolette, costrette a subire atti sessuali tra i più disgustosi e umilianti.
Un uomo che abusava di loro nei momenti più disparati per soddisfare i suoi
bassi istinti. Per mesi e mesi - secondo quanto sarebbe emerso nel corso delle
indagini - le ragazzine sono rimaste in balìa degli agghiaccianti atteggiamenti
del padre che non perdeva occasione per costringerle a subire ogni tipo di
angheria.


10 luglio 2007 - di Giovanni Benvenuti - espresso.repubblica.it

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