Il nipote del sindaco tra gli stupratori

Montalto, il nipote del sindaco tra gli stupratori


«Vi consiglio di stare attenti a quello che scrivete». Questo il monito esplicito di Salvatore Carai, sindaco diessino di Montalto di Castro, accusato di aver stanziato 20mila euro per le spese legali di alcuni dei ragazzi del suo paese, indagati per violenza sessuale su una minorenne. Il primo cittadino ha ritenuto opportuno non rilasciare nessuna dichiarazione su un elemento che potrebbe creare ulteriori polemiche sul caso dei «baby-stupratori» di Montalto: uno dei presunti violentatori, nonché uno tra i beneficiari dei fondi comunali stanziati, sembrerebbe essere un nipote del primo cittadino.

A sostenerlo, in una dichiarazione, il consigliere comunale di Forza Italia di Montalto, Consolata Piras: «Qui siamo davanti a un caso emblematico di conflitto d’interessi - spiega Piras -. Al di là dello sperpero di denaro pubblico e degli interrogativi di natura etica che il caso suscita, è incredibile come uno dei beneficiari dei fondi comunali avrebbe anche legami di parentela con il sindaco Carai». Secondo Piras, a cui si aggiungono in una nota i consiglieri Marco La Monica e Sergio Caci (Fi), «siamo dinanzi all’ennesima leggerezza del sindaco. Già in campagna elettorale Carai aveva pubblicamente preso le difese degli accusati, con dichiarazioni francamente inopportune». Secondo i consiglieri è quantomeno discutibile il «sostituirsi agli organi giudicanti in un giudizio preconcetto» e, fatta salva la presunzione di innocenza per gli indagati, «chiediamo l’intervento della Corte dei Conti e le immediate dimissioni del sindaco». Secondo i consiglieri, a seguito delle indiscrezioni sulla presunta parentela (sulla quale ci sarebbero altri riscontri), il giovane indicato come nipote del sindaco avrebbe rinunciato ai fondi già stanziati.

Il primo cittadino, interpellato sulla grave accusa di finanziare le spese legali di un proprio parente, ha preferito non entrare nel merito: «Si dicono molte cose a Montalto...» si è limitato a commentare dopo aver detto che la stampa avrebbe riportato la notizia in «maniera distorta». Sulla questione dell’aiuto ai giovani accusati, Carai ha spiegato: «Qualche famiglia mi ha fatto presente di non essere in grado di sostenere le spese legali e, al contempo, di non fidarsi della difesa d’ufficio. Io ho ritenuto che aiutarli in tal senso rientrasse nel sostegno richiestomi dal Tribunale dei minori e ho agito di conseguenza».

venerdì 20 luglio 2007 - ilgiornale.it

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