Spagna. Intervista con Maria Vivanco su cellule staminali e cancro al seno

Il cancro al seno continua a essere una spada di Damocle per le donne, anche se in Spagna la sua incidenza aumenta piu' lentamente -forse per l'invecchiamento delle popolazione e la diagnosi sempre piu' precoce- e malgrado che nell'ultimo decennio la sopravvivenza sia migliorata. "Oggi, il 78% delle donne colpite da un cancro al seno in Spagna sopravvive piu' di cinque anni", segnala Maria Vivanco, prima ricercatrice, dal 2005, del Centro de Investigacion Cooperativa de Biociencias (CIC bioGUNE) di Bilbao, venuta a Madrid per una conferenza alla Fondazione BBVA.

"Gli estrogeni accelerano la progressione del tumore alla mammella".

"Si sospetta che il tumore alla mammella sia originato dalle cellule staminali di questa ghiandola".

E' stato dimostrato che gli estrogeni, ormoni sessuali femminili, svolgono un ruolo rilevante nella comparsa del cancro al seno. Vivanco, direttrice dal 1997 al 2004 del laboratorio dell'Istituto di ricerche oncologiche di Londra, dove sono state identificate cellule progenitrici di mammella umana, ha cominciato a studiare i recettori molecolari cui si uniscono gli ormoni, e ha osservato che la loro attivita' e' differente a seconda che si sviluppi in una cellula sana oppure in una cancerosa. Per diversi anni ha incentrato il suo lavoro di biologa molecolare nella ricerca degli ormoni nella biologia delle cellule staminali e la loro incidenza sul cancro al seno. "C'e' un'ipotesi che suggerisce come questo tipo di tumore nasca nelle cellule staminali della stessa ghiandola mammaria. Cio' ci spinge ad approfondire la conoscenza dell'inizio, la progressione e la prognosi della malattia, cosi' come della comparsa di resistenze ai farmaci, responsabili di recidive o ricadute".

E' noto da tempo che l'esposizione agli estrogeni comporta un incremento del rischio di sviluppare un cancro al seno, e il farmaco tamoxifene e' un antagonista che funziona da agente anticancerogeno utile ed efficace per individuare la progressione delle cellule tumorali. Vivanco sta studiando in laboratorio l'effetto degli estrogeni, del tamoxifene e di altri fattori nella crescita cellulare e la differenziazione delle cellule staminali, cosi' come la loro implicazione nello sviluppo di resistenze al trattamento con il tamixofene. Nel 2001 a Londra ha iniziato a studiare campioni provenienti da donne sane che si erano sottoposte, per motivi estetici, a una riduzione del volume della mammella. "Usiamo tecniche differenti", spiega, "per la ricerca di quelle che sarebbero tre popolazioni distinte di cellule staminali. Come si sa, questo tipo di cellule ha un grande potenziale per differenziarsi e proliferare e, se la proliferazione va fuori controllo per delle mutazioni, compare il cancro. Cosi', questa popolazione di cellule staminali diventa oggetto di studio e, auspicabilmente, di nuove linee terapeutiche, che tuttavia esigono la ricerca di nuove terapie piu' specifiche". Questo lavoro e' stato realizzato su una popolazione femminile molto variegata: di diverse etnie, con o senza esperienza di gravidanza e allattamento, di eta' diversa rispetto al menarca (prima mestruazione) e alla menopausa. Secondo la ricercatrice, l'importanza di questo lavoro scientifico poggia sull'individuazione di alcune cellule che facciano intravedere maggiori opportunita' curative e facilitino la ricerca di terapie piu' efficaci e meno tossiche. "Se conosciamo meglio il comportamento delle cellule staminali del seno, ci avvicineremo a terapie piu' specifiche, e inoltre potremo verificare se lo sviluppo della resistenza a determinati agenti farmacologici in queste cellule sia responsabile delle recidive".

Maria Vivanco, che ha lavorato cinque anni in Usa, nel laboratorio di Keith Yamamoto nell'Universita' di California e San Francisco con le prestigiose borse di studio EMBO (Societa' Europea di Biologia Molecolare), Damon Runyon Foundation e Human Frontier Science Program Organization, sostiene che il tumore della mammella e' oggi il piu' frequente nella popolazione femminile dei paesi occidentali e corrisponde al 25% di tutte le neoplasie maligne femminili. Se consideriamo ambedue i sessi, il cancro al seno e' secondo solo a quello del polmone. In Spagna colpisce 16.000 donne e causa 7.500 decessi ogni anno. La principale sfida, sostiene la ricercatrice, dovra' essere ancora la diagnosi la piu' precoce possibile, che infatti e' migliorata notevolmente negli ultimi anni grazie alla maggiore consapevolezza delle donne rispetto a questa malattia. Cosi' come c'e' da sperare che proseguano gli studi sulle cellule staminali, le quali possono contribuire a risolvere il problema delle ricadute e condurre a terapie specifiche per le staminali cancerogene. "Sempre piu' si conferma scientificamente che uno stile di vita sano, che includa una dieta ricca di frutta e verdura e un'attivita' fisica regolare e moderata, rappresenta un effetto protettivo contro il cancro al seno, mentre l'alto consumo d'alcol e il tabagismo influiscono negativamente", conclude la ricercatrice.

di Mayka Sanchez - Tratto da El Pais del 28 giugno 2007 (traduzione di Rosa a Marca) - 06-07-2007 - aduc.it

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