Afghanistan, un appello da Roma «Stop alle stragi civili»

La tragedia delle centinaia di vittime civili provocate dai bombardamenti alleati in Afghanistan incombe sulla Conferenza sulla Giustizia e lo Stato di diritto in corso a Roma, e nelle parole dei leader che hanno aperto la sessione di questa mattina la richiesta è unanime: ridurre i morti, coordinare le azioni militari per far cessare una carneficina sbagliata, dannosa e controproducente.
La sicurezza dell'Afghanistan ed il coordinamento di tutte le forze per ridurre le vittime civili sono le «priorità assolute» che il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha sottolineato nel suo intervento di apertura della Conferenza.
Gli ha fatto eco il segretario generale dell' Onu Ban Ki Moon, secondo il quale «non possiamo nascondere la realtà che le vittime civili, non importa se accidentali o meno, rafforzano i nostri nemici e minano i nostri sforzi».
Ma i problemi da risolvere nelle operazioni militari contro i taleban non hanno messo i secondo piano l'urgenza della ricostruzione del sistema giudiziario nel Paese, condizione essenziale per un clima di sicurezza nel quale i diritti umani vengano rispettati.
Sono stati fatti «progressi» in Afghanistan in questi anni «non facili» per la vita del Paese, ma «molto resta da fare per l'affermazione dello stato di diritto», ha sottolineato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema , che ha aggiunto: «La centralità della giustizia, ai fini del successo della ricostruzione dell'Afghanistan, è evidente: sicurezza, sviluppo economico, rispetto dei diritti umani dipenderanno anche dalla solidità, dalla efficacia e dalla trasparenza della giustizia». Per affrontare positivamente le «notevoli sfide che ancora si pongono nel settore della giustizia», è indispensabile - ha spiegato D'Alema - «l'adozione di una strategia omnicomprensiva e condivisa, guidata dal governo afghano e appoggiata dai donatori internazionali».
Sul concetto di strategia condivisa è d'accordo il segretario dell'Onu, che ha scandito: «Dobbiamo parlare con una sola voce sullo stato di diritto, la pace e la sicurezza in Afghanistan...e dobbiamo sostenere le nostre parole con un forte e sostanziale supporto finanziario, di comprensione e, soprattutto, di pazienza. Costruire istituzioni nazionali richiede tempo, ma noi staremo al fianco dei nostri partner afgani per l'intera durata di questo viaggio».
Giustizia per tutti, ha chiesto il presidente afghano Hamid Karzai ma soprattutto per il sud del Paese. Per quelle popolazioni, ha detto Karzai, che ha ringraziato l'Italia per il suo sostegno, «la domanda di giustizia» equivale alla richiesta di veder rispettato «il fondamentale diritto alla vita».

03-07-2007 - fonte

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