Morti del sabato. E’ solo colpa dell’alcol?

Sembrerebbe che discoteche, alcol e stupefacenti debbano sedere per direttissima sul banco degli imputati. Crediamo sia opportuno andare più in profondità.

Pesante il bilancio degli incidenti stradali nel primo mese dell’estate duemilasette. Le cifre parlano di quasi un centinaio di morti e di migliaia di feriti. Le enormi dimensioni di questa vera e propria emergenza nazionale, appaiono più chiaramente ricostruendo l’identità delle vittime che, nella maggior parte dei casi, non superano i trent’ anni. A questo proposito, i dati forniti dalla polizia stradale relativi al mese di giugno, ricalcano perfettamente le ultime statistiche ACI-ISTAT, il cui grafico sull’età dei morti e feriti nelle strade ed autostrade italiane segna un’incredibile impennata tra i 20 ed i 34 anni. Da questo studio emerge, inoltre, che il periodo dell’anno particolarmente critico risulta essere quello dei mesi estivi, ed i giorni particolarmente sensibili, com’è noto, quelli del fine settimana: il venerdì con un’elevata concentrazione di incidenti (il 15,5% del totale) il sabato con il più alto numero di feriti (il 15,6%) e la domenica con la frequenza più elevata di decessi (il 18,7%). Se a queste informazioni si aggiunge la variabile “fascia oraria”, risulta che nonostante il maggior numero di incidenti si verifichi durante le ore diurne, il maggior tasso di mortalità si registra intorno alle cinque del mattino con sei decessi ogni 100 incidenti.

Il quadro potrebbe risultare abbastanza completo affinché discoteche, alcol e stupefacenti siedano per direttissima sul banco degli imputati. Crediamo sia opportuno andare più in profondità.

Certamente non uscivano da un locale notturno i sei cittadini romeni morti questa domenica, sull’A1 all’altezza di Roma , a seguito del ribaltamento del furgone in cui viaggiavano. Tornavano in patria, per trascorrere le vacanze, il manovale, la studentessa di diciassette anni e le badanti protagoniste della tragedia. Un colpo di sonno dell’autista, che per lavoro trasportava suoi concittadini dall’Italia alla Romania e viceversa, sarebbe l’ipotesi più plausibile.

Come , di certo, non erano in preda ai fumi dell’alcol Giovanni e Giacomo Cutillo, ventisette e ventuno anni, omonimi ma non parenti, che per raggiungere una località balneare avevano scelto di partire di notte evitando, così, il traffico domenicale. Nella statale 372 Benevento- Caianello, già tristemente nota per la sua pericolosità, i due ragazzi hanno perso la vita scontrandosi con una Bmw nella quale viaggiavano Luigi Rapuano, 28 anni, e la sua compagna Valeria Pacelli, ventiseienne, anch’essi morti sul colpo.
Cosa sono, dunque, le cosiddette “stragi del sabato sera”?

Per rispondere a questa domanda i dati Istat, in cui risulta che più del 90% degli incidenti stradali è provocato da comportamenti scorretti alla guida (eccesso di velocità, sorpassi pericolosi, distanze di sicurezza non rispettate, etc.), ci vengono in aiuto, ma non sono sufficienti per descrivere il quadro della situazione. In realtà le strade italiane sono un po’ lo specchio del nostro Paese.
In esse infatti troviamo: sfruttamento del lavoro dipendente (autotrasportatori costretti a turni insostenibili), una cultura machista che vede nell’alta velocità e nel senso di onnipotenza alla guida di un veicolo una delle sue massime espressioni (solo un quarto dei morti e dei feriti per incidenti stradali è di sesso femminile) ed infine la noia e l’abbrutimento dei giovani.
L’inasprimento delle pene per chi si mette alla guida in condizioni psicofisiche alterate, (solo il 2,3% degli incidenti è causato da guida in stato di ebbrezza provocata da stupefacenti e/o alcol), non appare dunque come la soluzione di tutti i problemi, così come invece è stata rappresentata con le recenti modifiche al codice della strada.

di TOMMASO VACCARO - 03-07-2007 - fonte

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