Droghe, la hit dei rischi

Droghe, la hit dei rischi Legge da rivedere?

Negli ultimi 30 anni, i governi e i parlamenti che hanno voluto fare il punto sull'abuso di droghe (legali e non), hanno usato lo stesso metodo. Hanno formato delle grandi Commissioni Scientifiche Nazionali, composte dai maggiori esperti, di tutte le discipline. Questi organismi hanno analizzato tutte le ricerche esistenti e in qualche caso ne hanno promosso di nuove. Per la marijuana, le conclusioni di una tossicità relativamente bassa rispetto alle altre droghe, vengono da un'analisi comparata di 40.000 ricerche. Un recente convegno di alcuni operatori della società italiana di psichiatria (SIP), ha presentato dei dati terrificanti sulla marijuana: ma ha lavorato solo su 20 studi degli ultimi 17 anni.

Così, l'agenzia ONU diretta dall'italiano Antonio Costa, l'Unodc, fa riferimento a "recenti studi inglesi" che ipotizzano disturbi mentali da cannabis"; e ha predisposto la campagna mondiale che dice: "Usare cannabis obnubila la mente del consumatore e aumenta le sue possibilità di fare scelte azzardate, come avere rapporti sessuali senza protezione. Così, l'assuntore rischia di infettarsi di Aids ed Epatite C".

Una tra le più prestigiose riviste mediche inglesi, Lancet, di non molto, ha pubblicato un nuovo rapporto di quattro autorevoli esperti sulla pericolosità comparata delle varie sostanze, legali e illegali. È possibile formulare una scala di rischio? I quattro scienziati, Colin Blakemore, del Dipartimento di Fisiologia, anatomia e genetica dell'Università di Oxford, David Nutt, psicofarmacologo dell'Università di Bristol, L. A. King, giurista del Forensic Science Service e W. Saulsbury, della Police Foundation di Londra - hanno usato metodi sofisticati, facendo riferimento a tre problematiche principali.

I DANNI FISICI. Vanno distinti in rischi short term e long term. Per esempio, l'eroina ha rischi immediati consistenti: può provocare overdose e morte anche se è usata da poco. Così i barbiturici. Tabacco e alcol che, nel Regno Unito sono responsabili del 90% dei decessi da sostanze provocano danni anche fatali a lungo termine.

DIPENDENZA. Quella fisica è facilmente riconoscibile dalla presenza di sintomi violenti quando l'uso abituale e quotidiano viene interrotto improvvisamente: tremori, diarrea, sudorazione, insonnia, per l'eroina ("sindrome da astinenza"). Le dipendenze psicologiche possono essere profonde e insidiose.

DANNI SOCIALI. Qui si entra nel vivo delle questioni. Se il tabacco uccide 90.000 persone all'anno solo in Italia, è però chiaro che fumare qualche sigaretta non induce a comportamenti aggressivi o a psicosi. Invece l'alcol può provocare comportamenti violenti e incidenti d'auto. Anche la cocaina può influire sull'aggressività, anche se ha una dipendenza fisica inferiore a quella del tabacco. Le benzodiazepine (i tranquillanti più comunemente usati) non provocano violenza, ma come dipendenza fisica superano l'alcol. Fra i danni sociali, gli autori indicano anche i costi per il sistema sanitario. Gli steroidi anabolizzanti usati dagli sportivi (doping) causano danni fisici, ma non dipendenza.

Gli scienziati hanno individuato 9 parametri di rischio, sottocategorie delle tre classi principali. Con l'aiuto di vari esperti, indiversi meeting, sono arrivati a dei punteggi, risultato della media delle indicazioni così raccolte, per tutte e venti le sostanze sottoposte a esame.

Alla fine, se eroina e cocaina restano ai primi posti, l'alcool, il tabacco e le benzodiazepine si piazzano anch'essi in vetta alla classifica, superando nettamente la cannabis (vedi tabella). L'alcol batte il tabacco, a causa dei comportamenti violenti e degli incidenti stradali. Gli autori sottolineano come non ci sia corrispondenza fra le tabelle legali in vigore in Gran Bretagna e i dati reali sulla dannosità. A parità di pene, i trafficanti venderanno con più entusiasmo droghe più pericolose e più profittevoli. La legge Fini-Giovanardi ha invece messo tutte le sostanze in un'unica tabella, con sanzioni uguali per lo spaccio. Adesso il disegno di legge del ministro Ferrero vuole reintrodurre le necessarie distinzioni. Per le droghe legali o legalizzabili, è evidente che, una volta stabiliti i diversi rischi, diventa opportuno differenziare una serie di cose, tra cui i divieti di pubblicità, il divieto ai minori, o anche le tasse. In Inghilterra, secoli fa, visto che fra gin e birra era considerato più pericoloso il gin, si scelse di tassare il primo molto più della seconda.

di Guido Blumir, Sociologo, presidente Comitato Libertà e Droga - 12.07.07 - repubblica.it

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