Quando il cibo diventa una dipendenza

Esiste una dipendenza da una sostanza più insidiosa ancora dell’eroina. E’ una sostanza legale, indispensabile all’uomo, senza la quale il corpo si ammala fino a morire.

E’ nelle vetrine sottocasa, sui banchi del mercato, nelle mani e nella bocca dei bambini. Una sostanza nella legge e non fuori legge. Il cibo, prevalentemente per le donne, diventa una passione, una ragione di vita. E’ per il cibo che si vive ,che si maltratta il proprio corpo. La passione del cibo- corpo – peso che caratterizza la bulimia e l’anoressia, come l’eroina nel tossicodipendente, governa la vita di chi cerca disperatamente l’indipendenza nella dipendenza. Quando il cibo- corpo- peso diventa una passione amorosa prende una via patologica. Come in certe passioni amorose, nella bulimia, come nell’anoressia, si installa un’ossessione. Un’ossessione che taglia, spezza la vita del soggetto il quale anche per trent’anni, non mangia più per vivere. Vive per non mangiare, mangia per vomitare. Nella bulimia, e da molti anni ormai, anche nell’anoressia, la manovra riparatoria del vomito autoindotto diventa come il primo buco di eroina. L’illusione di poter mettere un punto al supplizio, fermarsi, domani, ogni giorno, delude rovinosamente. Domani è come oggi per anni, per vite intere la persona è nella morsa di una sostanza. Il pensiero del cibo e del corpo arreda la mente in ogni suo spazio. Cinque, dieci, trent’anni, tutti i giorni, tutto il giorno, tutta la notte. Il cibo fornisce una specie di autoterapia patologica che anestetizza dal sentire il proprio dolore, e dal percepire il vuoto della propria esistenza. Questo comportamento sembra portare lo stesso supporto che una stampella costituisce per una persona con una gamba fratturata, si può raggiungere una discreta autonomia anche se si dovrà rinunciare comunque ad andare in bicicletta o a correre. Il trattamento della dipendenza dal cibo non può ridursi alla correzione di una condotta distorta del soggetto nei confronti di una sostanza o del proprio corpo. La terapia analitica condotta all’ABA –Associazione per lo studio e la ricerca sull’anoressia, la bulimia e i disordini alimentari- portando la parola su quel terreno delicato che riguarda il rapporto del soggetto con l’altro e con la soddisfazione, attraverso la conoscenza di se stessi, dei propri limiti, il riconoscimento delle proprie capacità, aiuta a sentirsi una persona intera, a stare nell’attesa, stare nel dolore come nella felicità, lasciandosi trasportare dai propri desideri, raggiungendo il benessere, senza stampella.

13.07.07 - spoletonline.com

[senza togliere nulla alla dipendenza sopracitata, mi sembra che lei ne sa poco dell'eroina, peccato non abbia firmato l'articolo]

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